
(segue
dalla prima)
Perché proprio tu, che hai navigato nei mari pieni di squali della Prima Repubblica (questi, in confronto, sono il pesciolino Nemo), hai assicurato a tutti che avremmo abbandonato l’odioso arancione? Ci sono due ipotesi. La prima. Dato che abbiamo stima dell’uomo e del politico di lunghissimo corso, dobbiamo credere che qualcuno avesse assicurato al nostro presidente di Regione che la cosa era fatta. E deve essere stato per forza qualcuno dei ’suoi’, tanto Giani ha spinto in questi giorni sul pedale dell’acceleratore giallo. Non posso pensare che Eugenio, vecchia volpe socialista, si sia lasciato infinocchiare così. Ma poiché è noto il vecchio adagio per cui dai nemici mi guardo io ma è bene che dagli amici mi guardi Iddio, la certezza toscana si è trasformata in un fragoroso trappolone in cui Giani è finito dentro con tutte e due le scarpe, cappotto e cappello. Un errore che qualcuno voleva, una – appunto – trappola? E perché? Quale retroscena politico si nasconde dietro questa nuova passata di arancione?
Seconda ipotesi e nuovo interrogativo. Oppure, peggio, è stata ingenuità, una fiducia mal riposta nei confronti di chi, essendo dei ’nostri’, mai avrebbe potuto tradire? O più banalmente sbagliare? Ché quando Nostro Signore ha distribuito la capacità politica e la competenza della cosa pubblica, molti di quelli ora al governo forse erano al bar. Com’è o come non è, ristoratori, commercianti, cittadini toscani tutti, sono sgomenti, sbigottiti, schiantati da qualcosa che mia nonna definiva in modo molto semplice: vendere la pelle dell’orso prima di averlo ammazzato. Questo è accaduto. Peccato però che a finire ammazzato, adesso, è il nostro già fragile tessuto economico. E la colpa, come si sa, morì fanciulla.
Gigi Paoli