Turismo, boom di arrivi Ma manca manodopera nelle strutture ricettive

Già tutto esaurito da tempo per il periodo pasquale e per i ponti primaverili. L’allarme di Confesercenti: "Non si trova personale, in particolare gli stagionali".

Turismo, boom di arrivi  Ma manca manodopera  nelle strutture ricettive
Turismo, boom di arrivi Ma manca manodopera nelle strutture ricettive

di Tommaso Carmignani

EMPOLI

La buona notizia è che le strutture ricettive sono piene da tempo. Per il periodo di Pasqua, ma anche per i ponti primaverili e buona parte dell’estate. Il nodo, ancora una volta, resta legato al personale da impiegare in alberghi e agriturismi. Scarso, quasi introvabile, tant’è che per qualcuno è addirittura a rischio la capacità ricettiva. Sono i paradossi del turismo nell’Empolese Valdelsa, vero e proprio volano dell’economia post Covid, ma anche, è proprio il caso di dirlo, vittima di una dinamica che sembra caratterizzare buona parte della regione e alla quale anche il nostro territorio non sembra in grado di sottrarsi. I numeri, come accennato, sono estremamente positivi: con la caduta definitiva delle misure restrittive in praticamente tutti i paesi del mondo, i flussi sono tornati ai livelli del pre-pandemia. Lo confermano gli stessi albergatori, alle prese con un numero di prenotazioni che cresce di settimana in settimana. "Dobbiamo ammettere – spiega il responsabile locale di Confesercenti, Gianluca D’Alessio – che il settore turistico è sempre stato uno di quelli in grado di resistere meglio agli urti della crisi anche negli anni passati, ma ora siamo tornati veramente a livelli importanti. Le prenotazioni fioccano e per il periodo di Pasqua siamo davvero vicini al sold out".

La particolarità dell’Empolese Valdelsa è legata alla permanenza media, che si conferma piuttosto lunga. Una particolarità che differenzia il territorio dalle città d’arte, dove invece si parla sempre di più di turismo mordi e fuggi. "Qui da noi – prosegue D’Alessio – si conferma la tendenza a voler restare un po’ di più. Se prima eravamo avvantaggiati soltanto dalla vicinanza alle principali città della Toscana, come Firenze, Pisa e Siena, oggi scopriamo un turismo che accanto alle mete classiche della nostra regione predilige la vita all’aria aperta, e quindi gli agriturismi, dove rimanere qualche giorno in più. Ad aiutare questo trend sono stati gli stessi albergatori, capaci negli anni di investire e migliorare la qualità delle proprie strutture". Il problema, quindi, è legato alla scarsità di manodopera. "Abbiamo tantissime posizioni aperte nel settore dell’accoglienza. Vuol dire che molte strutture faticano a trovare il personale di cui necessiterebbero, in particolar modo gli stagionali. E’ un problema non da poco – sottolinea ancora D’Alessio – perché in certi casi mette a rischio la stessa capacità ricettiva delle strutture". In altre parole, si rischia di non arrivare alla piena operatività perché non si è in grado, con le proprie forze, di sopperire alla domanda. "In ogni caso – conferma D’Alessio – la vera sfida che dobbiamo porci adesso è come canalizzare questo turismo slow nei nostri centri storici".