Tecnologia e sostenibilità. Dagli scarti al biometano. Ecco il biodigestore di Alia

Investimento da 75 milioni di euro a Casa Sartori per realizzare un’eccellenza nazionale. I numeri: 160mila tonnellate di rifiuti trattati e 12 milioni di metri cubi di metano prodotti all’anno.

Tecnologia e sostenibilità. Dagli scarti al biometano. Ecco il biodigestore di Alia

Tecnologia e sostenibilità. Dagli scarti al biometano. Ecco il biodigestore di Alia

di Ylenia Cecchetti

MONTESPERTOLI

Quattro biodigestori, due aree di smistamento e una nuova palazzina amministrativa. Benvenuto al nuovo Polo impiantistico di Casa Sartori, destinato a diventare eccellenza nazionale. In attesa del collaudo, le strutture hanno cominciato a carburare e così, da oggi, l’economia circolare ha un nuovo indirizzo: innovativo, tecnologico. Siamo immersi nella campagna di Montespertoli. A presentare la rivoluzione green è Alia Multiutility che ha tagliato il nastro dell’infrastruttura segnando una svolta per il trattamento dei rifiuti organici. Dallo scarto all’energia, il passo è compiuto. Se la regione fino ad oggi esportava 160mila tonnellate di rifiuto organico (l’unico trattato fuori dai confini) grazie al nuovo biodigestore della Valdelsa, la Toscana sarà autosufficiente. Sono finalmente in funzione due coppie di impianti che trasformano i rifiuti biodegradabili in risorse tramite la digestione anaerobica e il compostaggio. La prima genera biogas, trasformato in metano da impiegare come biocombustibile. Nella seconda, il materiale solido ottenuto dalla digestione anaerobica, miscelato con rifiuti verdi quali sfalci e potature, viene trasformato in compost di qualità da utilizzare in agricoltura.

Una rigenerazione virtuosa, energia pulita che nasce dall’ex discarica di Casa Sartori. Per far comprendere le varie fasi di lavoro, durante l’inaugurazione di ieri (alla quale hanno partecipato molti tra i sindaci e i candidati alle prossime amministrative dell’Empolese Valdelsa) sono stati organizzate visite guidate dai tecnici di Alia. L’organico differenziato nelle nostre case, subisce un processo di pretrattamento che lo rende idoneo alla "digestione". La matrice organica pretrattata viene quindi avviata alla sezione di digestione, punto nevralgico della valorizzazione energetica del rifiuto organico. Il processo biologico avviene in reattori riscaldati: il biogas prodotto composto da anidride carbonica e metano, viene inviato alla sezione di upgrading dove è estratta l’anidride carbonica in modo da ottenere biometano. Divenuto combustibile, il biometano viene inviato ai punti di distribuzione stradale (per la sua vendita in loco sono già stati presi accordi con player locali). L’obiettivo? Trattare ogni anno fino a 160mila tonnellate di rifiuti da raccolte differenziate (145mila di rifiuti organici e 15mila di verde), producendo 12 milioni di metri cubi di biometano e 35mila tonnellate di compost. Che il progetto sia imponente lo dicono proprio i numeri.

Ammonta a 75milioni di euro l’investimento di Alia per 4500 metri quadrati di superficie a servizio della transizione ecologica. Numeri che permetteranno al Polo di Montespertoli di diventare il più importante del Centro Italia. "E’ una risposta concreta alla storica carenza di impianti per gestire la frazione organica dei rifiuti urbani, che in Toscana - ha ricordato Alberto Irace, amministratore delegato Alia - rappresenta oltre il 40% della differenziata. Senza considerare che il biometano è una preziosa risorsa energetica rinnovabile, che svolge un ruolo chiave nella decarbonizzazione dei settori energetici e dei trasporti, riducendo in modo netto le emissioni di anidride carbonica". Per farlo serviranno una cinquantina di dipendenti, "un upgrade a livello tecnologico anche dal punto di vista del personale (che proviene dal vecchio impianto) - ha spiegato ancora Irace - sempre più formato e specializzato". Risorse umane che alla fine del prossimo anno saranno inserite anche nel nuovo centro di raccolta, in fase di costruzione. Ma sono numeri rilevanti anche quelli che hanno interessato il cantiere. Sono stati 800 i lavoratori impegnati per 80 aziende coinvolte, una squadra che ha abitato Casa Sartori per 24 mesi. Una comunità composta da quasi mille persone se si sommano i dipendenti del Polo.

Struttura sorta sul sito di Montespertoli nato diversi decenni fa come discarica per rifiuti non pericolosi, poi diventato discarica controllata fino allo stop ai conferimenti dei rifiuti del 2018 e alla sua definitiva chiusura. Nel frattempo, sono stati realizzati un impianto per il trattamento meccanico-biologico dei rifiuti, un depuratore e un gruppo di cogenerazione per il recupero del biogas della discarica. "E’ un momento di svolta nella nostra visione industriale - ha commentato Lorenzo Perra, presidente Alia Multiutility - Trasformare i rifiuti in energia green, non è solo una sfida tecnologica, ma un’imperativa necessità ambientale".