
Le siringhe abbandonate (foto Nucci/Germogli)
Empoli, 1 agosto 2016 - E ci risiamo. Passano i giorni, ma niente cambia. O meglio, il ‘passato’ fatto di siringhe, aghi e degrado che sa di pericolo, torna puntuale. Come a dire che il parcheggio che affaccia su via Cantino Cantini, zona Ponzano a Empoli, è e resterà terra di tossici. Gente in cerca di un angolino riparato da occhi indiscreti per farsi l’indispensabile dose quotidiana. Eroina per lo più, lo raccontano le siringhe lasciate lì come scheletri delle notti brave. O dei pomeriggi. In quella zona, il consumo di sostanze stupefacenti non pare avere limiti. Nonostante l’attenzione dei residenti, esasperati e stufi di ciò che trovano al loro risveglio.
L’Insofferenza sale, tanto sugli amatissimi social network, terreno fertile di dibattiti senza confini, tanto al bar o per strada. La gente passa, butta l’occhio su quella sporcizia che sdubbia e scuote la testa. Brutta storia: nei condomini della zona abitano famiglie con bambini di tutte le età e, a pochi metri dai gradoni in cemento amatissimi da chi si ‘buca’, c’è un giardino pubblico con tanto di panchine. Il dubbio che un ago possa nascondersi anche tra i fili d’erba ci sta tutto. E’ legittimo.
Tuttavia, in un contesto di abbandono che preoccupa, qualcosa di buono c’è. Ed è proprio la determinazione del quartiere a non rassegnarsi. Certo, magra consolazione commenterà qualcuno, ma è pur sempre un punto di partenza. Guai ad arrendersi a chi sceglie di buttarsi via, bruciandosi, una dose dopo l’altra, in cerca di chissà quale soluzione, sempre che esista, a chissà quale problema.
Un paio di settimane fa, sulle sedute in cemento intervallate dalle aiuole dove l’erba è lasciata a sé, cotone e fazzoletti di carta rossi di sangue facevano compagnia a qualche siringa. Ma soprattutto a confezioni in plastica, involucri dell’indispensabile strumento per regalarsi lo sballo. Ieri, il quadro se possibile era ancor più avvilente: nessuna cartaccia, segno che chi di dovere l’aveva rimossa, ma siringhe e aghi, quelli sì. Lasciati su quelli scaloni di cemento progettati originariamente per ‘qualificare’ la zona e regalare un’opportunità ai residenti. Fermarsi, sedersi e concedersi quattro chiacchiere, lontani dal traffico, in tutta sicurezza.
Dura vederli così in questo momento storico. In queste condizioni danno anzi dei bei grattacapi. Cosa accadrebbe se un bambino, giocando con gli amichetti, o concedendosi una vivace scalata della ‘tribunetta’, incappasse in quei rimasugli di illegalità consumata? E se si ferisse prendendo in mano uno di quegli affarini dalla base colorata e la punta tanto simile a una spada?
Domande banali, sicuramente. Già poste ma, ahinoi, pur sempre attuali. Anzi attualissime. Come le tracce di chi continua, indisturbato, a farsi in una zona residenziale. Poco distante da via dei Cappuccini, da bar, pasticcerie. Insomma, dalla ordinaria quotidianità.