REDAZIONE EMPOLI

Scissione Montalbano: "Per Terre dell’Etruria opportunità di crescita"

"Bene l’acquisizione del frantoio di Vinci e della produzione dell’olio. Siamo diventati il maggior interlocutore a livello toscano del settore".

L’oleificio della Montalbano. ora fa parte della coop Terre dell’Etruria (foto d’archivio)

L’oleificio della Montalbano. ora fa parte della coop Terre dell’Etruria (foto d’archivio)

A fine novembre scorso si è tenuta a Lamporecchio (Pt) l’assemblea straordinaria dei soci della cooperativa Montalbano Olio e Vino che ha ratificato il progetto di scissione delineato settimane prima sotto la regia della Legacoop toscana. Le attività della Montalbano sono state quindi assorbite dalla coop Cantine Vivito per quanto riguarda la produzione e commercializzazione del vino e dalla coop Terre dell’Etruria per l’olio. Massimo Carlotti è presidente di Terre dell’Etruria e in occasione dell’assorbimento del ramo della Montalbano ha parlato di un patrimonio di fiducia e speranza per il futuro della coop. Cosa aveva in mente?

"Riorganizzare i punti vendita e aumentare l’assistenza ai soci. Nei negozi vogliamo dare più offerta per l’hobbistica e l’agricoltura in generale. Insieme alla Montalbano Spa faremo progetti nel settore dell’olio, creando un centro di confezionamento dell’olio per i soci, come facciamo a Castagneto Carducci. Vogliamo sostenere l’olivicoltura con progetti per le olivete. Le esigenze del mercato cambiano velocemente e dobbiamo assecondarle. Il nostro progetto è consolidare, non smobilitare o ridurre. Dove abbiamo i magazzini in affitto vorremmo comprarli, per esempio".

A Vinci cosa farete?

"La cooperativa ha valore, soci e potenziale. Sono contento di questa operazione e dico che possiamo migliorare se i soci partecipano alla vita cooperativa. Montalbano sarà una sezione soci importante ma abbiamo bisogno che i produttori stiano a fianco della cooperativa e si interfaccino con il territorio, gli interlocutori. La gente sul territorio ci deve essere, non si può pensare che si ‘diriga’ tutto da Castagneto Carducci. Senza i soci, non si fa niente. Siamo in fase di rinnovo da gennaio a giugno e spero che questo porti a una collaborazione importante".

In quale direzione?

"Le risorse umane sono il vero core business dell’azienda e sono fiducioso, perché noi siamo il risultato di 21 fusioni negli ultimi 15 anni e se non le avessimo fatte, oggi non saremmo qui. Insieme siamo riusciti a esistere e rispondere alle difficoltà di crisi finanziarie, crisi climatiche, crisi di mercato. Non siamo un’azienda privata che può spengere la luce se va male, noi possiamo e dobbiamo crescere per il bene dei soci e del territorio".

La fusione è stata più una necessità o un’opportunità?

"Una necessità e un’opportunità. La Montalbano era necessario rimanesse sul territorio come presidio, importantissimo. Poi è un’opportunità per tutti quanti, per gli agricoltori della Montalbano e per quelli di Terre dell’Etruria, un momento di crescita e consolidamento cooperativo. Ci sono le difficoltà, certo, organizzative e finanziarie e sono stati chiesti sacrifici ai lavoratori che hanno rinunciato a una parte delle loro buste paga".

Quanti ne sono rimasti?

"Sono andati via in tanti. Ripartiamo con un progetto non semplice per il quale faremo investimenti importanti. Ringrazio i dipendenti rimasti, i fornitori che hanno dilazionato il debito su un progetto di due anni, le banche che nel 2025 congelano una parte delle rate e i soci che hanno creduto nel progetto. E il movimento cooperativo che ci ha aiutato e ci aiuterà in questo percorso di unificazione e crescita".

Francesca Cavini