
I documenti falsi, secondo gli inquirenti, facevano apparire i prodotti come ammendanti o fertilizzanti. Mentre in realtà erano da considerarsi rifiuti speciali contenenti sostanze pericolose in elevate concentrazioni. O comunque nocive ed inquinanti incompatibili con un reimpiego in agricoltura. Un’altra indagine scuote il distretto conciario di Santa Croce e il nostro territorio. E’ l’inchiesta Blu Mais della direzione distrettuale antimafia della procura di Firenze per la quale sono finiti agli arresti domiciliari tre ex amministratori del consorzio Sgs di Santa Croce, azienda leader nella produzione di concimi organici, e un agricoltore ritenuti coinvolti, a vario titolo, nel presunto traffico illecito di rifiuti "con accertato spandimento nei terreni agricoli". In particolare sarebbero stati illecitamente smaltiti oltre 24mila tonnellate di rifiuti speciali, con sostanze nocive e inquinanti, attraverso il loro utilizzo nella normale pratica agricola per concimare oltre 150 ettari di terreni agricoli coltivati a granoturco e girasole, tra le province di Pisa e Firenze (il primo terreno sotto sequestro fu nel 2016 a Montaione,). Terreni che dalle analisi sono risultati presentare una rilevante concentrazione di cromo anche esavalente e idrocarburi. Ieri sono state eseguite dai carabinieri e dalla polizia municipale le misure cautelari disposte dal gip di Firenze Angelo Pezzuti: Marino Signorini, santacrocese, 73 anni, presidente all’epoca dei fatti del Consorzio; Giancarlo Petrecca, 71 anni, originario di Napoli, allora amministratore delegato dell’Sgs; Giancarlo Bernini Carri, 43 anni, origini romane, responsabile del laboratorio analisi della struttura, sono agli arresti domiciliari. Stessa misura per l’agricoltore Rossano Rosini, 57 anni di Montopoli. Invece Andrea Biasci, 51 anni, pisano, è stato colpito dalla misura dell’interdizione temporanea dalla professione di agronomo; Beniamino Rosini, 24 anni di Montopoli, è stato interdetto temporaneamente dall’esercizio dell’impresa agricola.
Le attività degli indagati prevedevano l’illecito recupero di ingenti quantità di rifiuti speciali, sia conferiti da una pluralità di di concerie sia derivanti dalla lavorazione di sottoprodotti animali che, con fittizi certificati di analisi, venivano qualificati come ammendanti idonei alla concimazione. Successivamente – dice l’accusa – vi era la fittizia vendita del presunto ammendante ad imprese agricole compiacenti che, per contro ricevevano un compenso stabilito sulla base della quantità di prodotto “acquistato”. Gli stessi, utilizzando documenti di trasporto e i certificati fittizi, provvedevano al trasporto e all’illecito smaltimento su terreni agricoli nella loro disponibilità. Gli spandimenti illegali attraversano due anni, dal 2016 al 2018 e riguardano terreni di varie località: Palaia, Castelfiorentino, Montopoli, San Miniato, Montaione, Fucecchio, Castelfranco e Cerreto Guidi. Il gip ha disposto anche il sequestro preventivo per equivalente fino all’importo di oltre tre milioni di euro nei confronti del consorzio.