Ylenia Cecchetti
Cronaca

Gli archeologi scoprono un tesoro: affiora una corte regia longobarda

Montelupo Fiorentino, dagli scavi effettuati nell’area intorno alla chiesa dei santi Quirico e Lucia, ecco il “paradiso” di re Ugo

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I ricercatori al lavoro nell’area archeologica dove sono affiorati i preziosi resti dell’inedito insediamento

Montelupo Fiorentino (Firenze), 15 ottobre 2024 – In Italia si contano sulle dita di una mano. In Toscana al momento c’è una sola corte regia attestata e scavata. Ed è a Montelupo Fiorentino. Sotto la terra, un tesoro. Nascosto, immaginato e finalmente riportato alla luce. L’indizio, il principale, era un documento storico risalente al 937 d.C. nel quale si parlava di un’antica corte regia longobarda appartenuta a re Ugo nell’area intorno alla chiesa dei Santi Quirico e Lucia. Non è stato un gioco per l’equipe dell’Università di Pisa affiancata dal Gruppo archeologico di Montelupo e dalla cooperativa Ichnos, ma come in una vera caccia al tesoro l’obiettivo era uno soltanto: verificare che l’indizio portasse al risultato.

Ed eccolo qua. Un’area ricca di segreti sepolti sotto il suolo montelupino. Si sono stropicciati gli occhi increduli, studenti, dottorandi e assegnisti dell’ateno pisano che hanno partecipato alle attività. Non capita tutti i giorni di rinvenire antiche monete, pietre, ossa animali. Un basamento in ciottoli che ospitava un granaio. E ancora, un ambiente ipogeo (forse una cantina) riempito con scorie di lavorazione del ferro e ceramiche datate non oltre l’inizio dell’XI secolo. E poi due denari di argento della seconda metà X secolo.

Una scoperta archeologica di straordinaria importanza che ha riacceso l’interesse per la storia altomedievale nella città della ceramica. Una sorta di grande azienda agricola altomedievale, insomma, incardinata sulla chiesa di San Quirico (oggi dedicata anche a Santa Lucia), già investigata dal Museo della ceramica e dal Gruppo archeologico di Montelupo Fiorentino 25 anni fa. In quegli anni fu trovato un edificio precedente all’attuale con tombe databili all’età longobarda. “Ero ancora studente quando, nel 1999 furono ritrovati i resti della chiesa risalente alla seconda metà VII secolo, con un piccolo cimitero antistante – racconta con emozione il professor Federico Cantini, dell’Università di Pisa – Si scava spesso dentro le chiese, ma raramente fuori. Ci auguravamo, in questa nuova campagna, di trovare quello che cercavamo, ma non era scontato. Il deposito archeologico si trova su un terrazzo fluviale, c’è stata una discreta azione di erosione nel tempo e si correva il rischio che le tracce delle strutture fossero state compromesse”.

Invece proprio durante gli scavi coadiuvati dal professor Cantini (e cofinanziati dal Comune di Montelupo) intorno alla chiesa dell’Ambrogiana (conclusi il 27 settembre dopo un mese di lavori), gli archeologi hanno portato alla luce i resti di una corte regia. Ecco la rinascita longobarda a Montelupo, un incredibile viaggio nel tempo. “Trovare le ossa animali ci permetterà di risalire alla dieta alimentare di chi viveva in questo centro – spiega il professore empolese – E poi le monete: ne circolavano pochissime in quel periodo. È importante averle trovate proprio qui. Le corti regie erano centri di gestione delle terre fiscali. Servivano a dare alloggio ai rappresentanti del potere regio che si spostavano nelle terre dell’Impero”.

Dopo il crollo dell’Impero romano, è proprio in questo sito che dall’età longonbarda si torna a concentrare la popolazione. “Rappresenta un nuovo inizio per la storia di questa parte del Valdarno. A partire dalla fondazione di questo centro si assisterà ad un costante sviluppo demografico ed economico che porterà alla fondazione del castello di Montelupo e alla sua fortuna come centro di produzione ceramica”. Con lo scavo (ora ricoperto e messo in sicurezza) è stata rinvenuta anche la sepoltura di un individuo. Ma resta ancora molto da fare. “Il lavoro proseguirà. Scaveremo l’ambiente ipogeo per capire quanto c’è ancora da indagare”.