
Il piano di recupero è stato presentato all'oleificio Montalbano
Vinci, 11 maggio 2016 - Quando venne all’oleificio Montalbano di Vinci a fine agosto 2015 per incontrare gli Stati generali della produzione olivicola toscana, l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi raccolse richieste di intervento e tutela, ma, soprattutto, prese coscienza di una situazione grave e in continuo peggioramento: l’abbandono degli oliveti. Otto mesi dopo, e convinto di aver ricevuto dal presidente Enrico Rossi la migliore delega del mazzo, Marco Remaschi ha benedetto il progetto di recupero di quegli oliveti che gli è stato presentato definendolo geniale e ha anche indicato la via da seguire per ottenere i finanziamenti senza i quali non ci sarebbe possibilità di attuazione. Alla presenza dello stesso parterre che otto mesi fa aveva incontrato Remaschi, con l’aggiunta di numerosi amministratori locali e del consigliere regionale Enrico Sostegni, l’amministratore delegato della Coop Montalbano, Giancarlo Faenzi, ha indicato i tratti generali del piano che dovrebbe portare, in cinque anni, al ritorno alla piena produttività di circa 400 ettari di oliveti abbandonati nell’area del Montalbano, con il conseguente recupero di 200.000 piante, capaci di produrre 38.000 quintali di olive pari a 3.800 quintali di olio.
Costo previsto? Circa 7 milioni di euro per gli oliveti e 4 milioni per i muri a secco, altra caratteristica dell’area in stato rovinoso di conservazione e struttura indispensabile in un progetto di recupero degli oliveti. Una cifra, ha commentato l’assessore Remaschi, che non esprime una spesa, bensì un investimento, perché destinata a creare lavoro e ricchezza: «Perché parliamo di migliorare e mantenere, oltre alla produzione, anche la condizione di un paesaggio che è la nostra forza. C’è un legame reciproco e sempre più stretto fra agroalimentare e turismo e un progetto che vuole mantenere e recuperare è ottimo».
Nell’illustrare il piano, Faenzi ha ricordato che «l’abbandono degli oliveti non riguarda solo il Montalbano: ammonta al 30 per cento della superficie regionale coltivata a olivi. Questo progetto di recupero ha una valenza pubblica perché gli oliveti sono un patrimonio che non si può abbandonare, che va tutelato come si fa per i monumenti. E il piano che presentiamo ha nel soggetto pubblico uno dei suoi attori principali. Poi ci sono la Coop Montalbano e i proprietari dei terreni. La Coop Montalbano ha un ruolo centrale come fornitore completo di servizi e assistenza,con una struttura già pronta ed efficiente per produrre, trasformare e commercializzare l’olio. Noi non costiamo niente e abbiamo già tutto quello che serve. Ultimi, ma altrettanto fondamentali, sono i proprietari degli oliveti, per i quali dobbiamo trovare una formula di affido alla Coop Montalbano dei terreni che dia loro garanzie piene e a noi la possibilità di lavorare».
«Il ruolo chiesto alle istituzioni locali - ha aggiunto Faenzi – è far capire ai proprietari che un terreno non coltivato è meglio darlo a chi lo mantiene e lo rende produttivo perché lasciarlo incolto non va bene. La nostra completezza è il nostro valore aggiunto, la nostra garanzia. Un ettaro di oliveti nuovo va in produzione piena dopo 5 anni e costa 15.000 euro. A recuperare quelli abbandonati si spende un po’ meno, ma la manutenzione costa di più. La partita, però, la chiude la considerazione che la nostra operazione non fa spendere per riparare i disastri idrogeologici e mantiene la salute del paesaggio che porta turismo. Il nostro essere una filiera ci fa superare le spese necessarie per fare impianti nuovi».