
Pronto soccorso in tilt (foto di repertorio)
Empoli (Firenze), 4 gennaio 2024 – Se il 2023 si è chiuso con il pronto soccorso in ginocchio per il boom di accessi, il personale in affanno e le lunghe attese dei pazienti per un ricovero, il 2024 è partito altrettanto in salita. A lanciare un nuovo allarme è il coordinamento Toscana Centro del Nursind, il sindacato delle professioni infermieristi che , passando in rassegna tutti i presidi della Asl Toscana centro, presenta un situazione che definisce, senza mezzi termini, "al collasso". Stando ai numeri forniti dal sindacato il pronto soccorso cittadino è tra quelli messi peggio.
"All’ospedale di Santa Maria Annunziata il numero degli accessi è superiore alle 120-150 unità al giorno, con una media di 20-30 persone tutti i giorni in attesa di un posto letto. Non va meglio a Torregalli dove i corridoi sono pieni di barelle e gli accessi superano quasi sempre le 100 unità al giorno. Numeri che a Empoli raddoppiano e che comportano per una trentina di persone un giorno di attesa per il posto letto". Anche all’ospedale di Prato i numeri sono altissimi: "In media 250 accessi, con picchi in questi giorni festivi di 300 persone. Questo fa sì – spiega il Nursind – che siano circa 50 le persone ogni giorno in attesa di ricovero". A chiudere la lista nera il pronto soccorso di Pescia dove "si presentano quotidianamente dalle 90 alle 110 persone".
"A preoccupare - spiega il coordinatore Toscana Centro del Nursind, Salvatore Sequino - sono anche i tempi di attesa dall’arrivo in pronto soccorso al ricovero in reparto. Il congestionamento dei reparti durante le festività, unito alla scarsità cronica di personale, crea una situazione che costringe decine di persone ad attendere il ricovero anche con tempi superiori alle 24 ore. Il sistema sanitario regionale toscano è ormai al collasso e questo è dovuto a un’errata gestione della politica, tutta concentrata sui tagli di spesa piuttosto che sulla tutela della sanità pubblica".
Per il sindacato degli infermieri "gli ospedali devono essere riorganizzati e anche l’assistenza territoriale. Ma alla base di tutto serve il personale. Per allentare la pressione sui pronto soccorso serve un potenziamento del territorio: più infermieri di famiglia e Oss e una apertura tutti i giorni per 12 ore dei servizi geriatrici al pronto soccorso. Tutti servizi sospesi durante le festività, che invece potrebbero contribuire a ridurre la pressione sui dea".