Pestaggio di due detenuti, agenti nei guai

Due poliziotti della penitenziaria residenti nel territorio hanno ricevuto la misura dell’obbligo di dimora e la sospensione per un anno

Migration

Ci sono anche due uomini e una donna residenti nell’Empolese Valdelsa fra i dieci agenti della polizia penitenziaria finiti in un’indagine della procura fiorentina. Tre agenti sono stati arrestati e messi ai domiciliari, sei, fra i quali un 49enne residente a Empoli e un 48enne residente a Montelupo Fiorentino, sono stati invece interdetti per un anno dai pubblici uffici e sottoposti all’obbligo di dimora. L’accusa per loro è di aver torturato almeno due detenuti del carcere fiorentino di Sollicciano. Tutti sono stati anche sospesi dal servizio dall’amministrazione penitenziaria.

L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Christine Von Borries e condotta dalla stessa polizia penitenziaria, vede indagate in tutto dieci persone, compresa una 51enne anche lei residente a Montelupo Fiorentino per la quale non sono state disposte misure, in quanto non sarebbero state rilevate "condotte di rilievo". Tortura e falso in atto pubblico le accuse contestate a vario titolo per presunti pestaggi che risalgono uno al 2018 e l’altro al 2019.

In particolare, il 49enne empolese e la 51enne montelupina sono stati indagati perché in concorso con altri colleghi, nell’aprile del 2019, avrebbero "con abuso dei poteri inerenti la loro funzione e in violazione dei loro doveri" posto in essere " violenze e minacci gravi" e avrebbero agito "con crudeltà nei confronti di un detenuto di nazionalità straniera". Il 48enne montelupino, invece, sempre in concorso con altri colleghi, avrebbe "agito con crudeltà nei confronti di un detenuto". Secondo le indagini, nel maggio del 2018, a un detenuto avrebbe sferrato "un pugno colpendolo con forza tra la tempia e la mascella sinistra".

Un’azione violenta che sarebbe proseguita in un altro uffito denominato "dell’ispettore", dove il 48enne avrebbe afferrato nuovamente il detenuto, che poi avrebbe riportato la rottura del timpano, "per il collo con il braccio" per poi colpirlo "con la mano rimasta libera almeno due volte con due pugni fra la tempia e la mascella sinistra" e continuare a dargli "vari ceffoni al volto" e a salirgli "con il ginocchio sopra la schiena". Il tutto per poi proseguire nelle violenze con gli altri colleghi. Non solo. L’agente avrebbe poi attestato il falso in merito alla vicenda, "redigendo la relazione di servizio". Le indagini, come a quanto appreso è spiegato nell’ordinanza di applicazione di misure cautelari, hanno permesso di "identificare con certezza gli indagati" e "acquisire nei loro confronti gravissimi indizi di colpevolezza", anche grazie all’acquisizione dei filmati della videosorveglianza.

E anche grazie a intercettzioni, vedi quella nella quale l’agente residente a Empoli avrebbe detto che al detenuto straniero, a suo tempo, sarebbero state date "delle mazzate talmente forti che gli hanno rotto due costole". Altri stralci avrebbero aiutato gli inquirenti a ricostruire i due episodi consumati nella struttura alle porte di Firenze, fra ammissioni ’non volute’e tentativi di mettere insieme una versione ad hoc da fornire.