Palazzo Vecchio imbrattato, perquisita la casa dell’ecomilitante. "La mia protesta non si fermerà"

Sequestrati pc, telefono, volantini e un libro al 32enne di Empoli. "Mi sono sentito come uno dei peggiori criminali. Mia mamma? È preoccupata ma capisce le mie ragioni"

L'uomo fermato dai vigili urbani durante il blitz a Palazzo Vecchio

L'uomo fermato dai vigili urbani durante il blitz a Palazzo Vecchio

Empoli, 28 marzo 2023 - Di una cosa è convinto: la protesta andrà avanti fino a che "il governo non fermerà i sussidi pubblici a tutti i combustibili fossili". Giordano Stefano Cavini Casalini, eco-militante di Empoli di 32 anni che due settimane fa ha imbrattato con vernice lavabile Palazzo Vecchio a Firenze, non arretra di un millimetro. Intorno alle 7 di ieri mattina la Digos ha effettuato perquisizioni e sequestri nella sua casa a Empoli e nell’abitazione lucchese dove vive un’altra attivista di Ultima Generazione, Nicole.

Casalini, le forze dell’ordine si sono presentate da lei con un mandato e hanno perquisito la sua casa. Come si sente?

"Quando hanno suonato stavo ancora dormendo ma non è questo il punto. Mi sono sentito trattato come uno dei peggiori criminali, come se fossi un terrorista, quando in realtà noi siamo persone normali che agiscono sempre a volto scoperto, in maniera palese e trasparente".

Che cosa le hanno sequestrato?

"Hanno controllato tutto l’appartamento e io ho consegnato quello che volevano: il telefono, il pc fisso, qualche volantino. Ma la cosa più assurda è un’altra...".

Quale?

"Hanno portato via anche una traduzione amatoriale in italiano di un testo inglese, scritto da un attivista britannico. S’intitola ’Come sono diventato un guerriero ecologista’, per me era un ricordo. Forse sono stati colpiti dal titolo... Non lo so. Fatto sta che tutto ciò mi pare eccessivo. Comunque durante la perquisizione sono stati cordiali, forse anche loro si sono resi conto che era una situazione un po’ assurda...".

E poi?

"Mi hanno detto che mi volevano portare alla scientifica per raccogliere le impronte digitali, ma alla fine poi non mi ci hanno accompagnato".

Come mai?

"Perché io ho detto che non avrei collaborato".

La vostra protesta continuerà?

"Senza dubbio. Non è una perquisizione a fermarmi. Sapevo che sarebbe potuto succedere, anche se lo reputo un estremismo".

La sua famiglia come vive la sua eco-militanza?

"Mia madre è preoccupata per le conseguenze delle mie azioni, ma comprende i motivi di quello che facciamo. Come ogni mamma si preoccupa e se mi chiedi se è felice ti dico di no. Però comprende le ragioni delle proteste e questo per me è importante".