Morte di Mattia Giani, l’allenatore del Castelfiorentino: "Era un esempio per i giovani”

Mister Scardigli: "La sua positività e il suo entusiasmo erano unici. Ora stiamo vicini ai ragazzi”

Mattia Giani, il quarto da destra tra gli accosciati in posa per la classica foto d’inizio stagione con il Castelfiorentino United

Mattia Giani, il quarto da destra tra gli accosciati in posa per la classica foto d’inizio stagione con il Castelfiorentino United

Castelfiorentino (Firenze), 16 aprile 2024 – Tristezza assoluta ed un enorme senso di vuoto. Sono queste le sensazioni principali che si provano in casa Castelfiorentino United dopo la tragedia che ha colpito il proprio calciatore Mattia Giani, dichiarato ufficialmente morto ieri mattina dopo il malore accusato domenica pomeriggio in campo durante la gara di Eccellenza Lanciotto Capi-Castelfiorentino, ed essere arrivato in condizioni disperate all’ospedale di Careggi a Firenze.

"Non ci sono parole per descrivere il dolore di questi momenti perché sono cose che non ti aspettersti mai – esordisce affranto il tecnico valdelsano Nico Scardigli –. Purtroppo ci siamo accorti subito che la situazione era grave quando il nostro massaggiatore e una ragazza dagli spalti, probabilmente la fidanzata di un giocatore del Lanciotto, sono stati i primi a soccorrerlo. Questa ragazza è accorsa in campo anche con il defibrillatore, però onestamente non so se poi è stato utilizzato perché non sono rimasto nei pressi dell’accaduto per tutto il tempo. Dovevo cercare di gestire, insieme al mio staff, anche le reazioni di tutti i compagni di squadra che erano distrutti per quanto stavano vedendo. Di sicuro non era presente l’ambulanza, con i soccorsi che hanno quindi impiegato una decina di minuti ad arrivare".

Scardigli conosceva molto bene Giani per averlo allenato anche al Tuttocuoio nella stagione 2018-’19 e si è recato in prima persona all’ospedale per stare vicino ai familiari del 26enne. "Purtroppo il quadro è apparso drammatico fin da subito e quando sono venuto via dall’ospedale domenica sera non c’erano francamente troppe speranze – aggiunge il tecnico –. Ieri mattina, poi, proprio mentre stavo tornando a Careggi la brutta notizia a telefono del nostro direttore generale Vaglini, che era già arrivato sul posto poco prima".

Ieri, già prima di ricevere la triste notizia, la società gialloblù aveva deciso di interrompere per un giorno tutta la propria attività, dalla Prima Squadra alla Scuola Calcio. "Oggi, però, abbiamo deciso di ritrovarci al campo, non tanto per allenarci, quanto piuttosto per parlare, unirci e stringerci tutti assieme ai nostri ragazzi – afferma Scardigli –. Il nostro, infatti, è un gruppo molto giovane e adesso dobbiamo metterci a loro disposizione per cercare di elaborare questo immenso dolore ed affrontare la realtà. Anche perché, pur essendo in questo momento in secondo piano, saremo comunque chiamati a tornare in campo e dovremo farlo nel modo migliore per onorare Mattia".

"Soprattutto perché era un ragazzo solare, innamorato del calcio e con grandi qualità morali, sempre pronto ad aiutare i compagni più giovani con la sua positività e il suo entusiasmo – insiste Scardigli –. La scorsa estate, tra l’altro, nonostante le diverse prospettive della società rispetto alla precedente stagione più ambiziosa, aveva deciso di rimanere con noi perché molto riconoscente al club, che durante il lungo periodo di recupero per la rottura del crociato del ginocchio non gli aveva mai fatto mancare niente. Era tornato in campo lo scorso novembre, mentre un piccolo affaticamento muscolare gli aveva fatto saltare la sfida di due settimane fa con la Cuoiopelli. Adesso, però, c’è spazio solo per la disperazione".