Erika, morta in discoteca: "Pusher le ha venduto l'ecstasy", caccia allo spacciatore

La tragedia di Sovigliana di Vinci: proseguono le indagini dei carabinieri

La discoteca della tragedia (Fotocronache Germogli). Nel riquadro la vittima

La discoteca della tragedia (Fotocronache Germogli). Nel riquadro la vittima

Empoli, 21 ottobre 2019 - Caccia aperta al pusher che avrebbe ceduto alcune pastiglie di ecstasy alla 19enne di Livorno Erika Lucchesi, morta nella notte fra sabato e domenica alla discoteca Jaiss di Sovigliana, frazione del Comune di Vinci, nel Fiorentino. Le indagini sono affidate ai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Firenze, mentre il sostituto procuratore Fabio Di Vizio ha aperto un fascicolo per morte come conseguenza di altro delitto, omicidio colposo e spaccio.

Domani invece dovrebbe essere svolta l’autopsia all’Istituto di medicina legale di Careggi per scoprire se davvero la giovane è stata uccisa da un mix letale di alcol ed ecstasy. Mentre il locale è stato posto sotto sequestro, gli inquirenti si starebbero concentrando su una precisa figura, emersa anche grazie alle testimonianze degli amici della ragazza che hanno passato con lei la serata finita in tragedia.

Numerose, intanto, le reazioni alla vicenda. Non solo dal mondo politico (Forza Italia in Regione ha chiesto nuovi provvedimenti a tutela dei giovani, anche nelle scuole), ma anche da quello del commercio. Per Franco Brogi, presidente della Fiepet Confesercenti Firenze e titolare di un pub a Certaldo, «una delle proposte sulle quali insistiamo è quella dei Daspo, che esattamente come avviene negli stadi colpisce gli spacciatori o chi disturba. Oggi siamo noi esercenti a dover denunciare e non è detto che al molestatore venga poi proibito l’ingresso nel locale. Vorremmo una legge che ci tuteli, chi lavora in maniera professionale deve riuscire a garantire la sicurezza per i propri clienti»