La pelle trema. E spera. Il nodo sempre aperto è il regolamento Ue anti-deforestazione che così com’è rischia di mettere in ginocchio il comparto che sta lavorando alla ripresa. Ripercorriamo la vicenda. La norma, così come attualmente scritta, impone requisiti di tracciabilità stringenti, tra cui la geolocalizzazione precisa dei luoghi di nascita e allevamento dei bovini da cui provengono le pelli importate nell’Unione Europea. Un vincolo particolarmente critico per la filiera, poiché l’industria conciaria importa ogni anno pelli grezze e semilavorate da oltre 110 Paesi e esporta pelli finite verso circa 120 Paesi. Numerosi fornitori extra-Ue non saranno in grado di garantire, entro la fine del 2025 - data prevista per l’entrata in vigore della norma - la documentazione richiesta, mettendo così a rischio l’approvvigionamento di materia prima.
Nei giorni scorsi c’è stato un importante incontro a Roma con il ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, per sottoporre all’attenzione del governo questa problematica. Era presente Unic con presidente Fabrizio Nuti e il vice presidente Pietro Rosati di Unic, insieme ad una delegazione di amministratori del distretto. Un incontro importante, all’esito del quale il ministro ha disposto con tempestività l’invio di due lettere ufficiali: una indirizzata alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e l’altra al Commissario per il Commercio, Maroš Šefčovič, nelle quali l’Italia esprime le proprie preoccupazioni e chiede una revisione mirata del regolamento. Tuttavia, affinché si possa giungere a una soluzione concreta, sarà determinante l’azione coordinata con altri Stati.
Questa è anche una fase delicata per il mondo della pelle. Per la crisi in atto. Per l’impegno del settore ad intercettare ogni segnale di ripresa. Per gli sforzi in atto, puntando su ricerca ed innovazione tecnologica per lanciare la pelle nel futuro. Nonostante le difficoltà, l’Italia si conferma leader tecnologica nell’alto di gamma a livello internazionale nel settore settore delle macchine per calzature, pelletteria e conceria, mantenendo nel 2024 una quota del 30% sull’export mondiale del comparto. In particolare, detiene il 52% dell’export globale delle macchine per conceria e il 35% di quello delle macchine per pelletteria. Dati emersi dall’ultimaassemblea generale di Assomac. Emma Donnini, con il direttore di Toscana Manifatture Gianluca Papini, ha preso parte a Firenze a “Le nuove sfide per la moda e il tessile in Europa“. Nei giorni precedenti aveva incontrato il presidente di Cna Andrea Panchetti. Obiettivo: rilanciare la collaborazione per creare sempre più eventi.
C. B.