Malika cacciata di casa perché omosessuale. Don Giulio: "Ti chiedo idealmente scusa"

Su Rai Uno la ragazza di Castelfiorentino a confronto con il sacerdote che si è rifiutato di benedire l'ulivo non potendo benedire le coppie gay

Don Giulio e Marika

Don Giulio e Marika

Castelfiorentino, 10 aprile 2021 - "Malika, ti chiedo idealmente scusa. Vorrei una Chiesa che non ponesse ostacoli alle coppie omosessuali ma favorisse invece il cambiamento". Lo dice don Giulio Mignani, il parroco di Bonassola (La Spezia) finito al centro della cronaca. Rifiutandosi di benedire i ramoscelli d'ulivo per la domenica delle palme non potendo benedire le coppie gay, come la Chiesa prescrive di non fare.

Il sacerdote ha parlato direttamente con Marika, la ragazza di Castelfiorentino che ha riferito di essere stata cacciata di casa dai genitori perché omosessuale. Il confronto è avvenuto in diretta su Rai Uno sabato 10 aprile a "Italia Sì", il programma condotto da Marco Liorni.

"Il mio rapporto con i genitori non è mai stato idilliaco - dice Marika, che ora abita da alcuni amici - Un primo grave scontro con loro avvenne quando capirono che amavo giocare a calcetto e mi trovarono con quel tipo di abbigliamento sportivo". La decisione di riferire della sua omosessualità ha scatenato un grave conflitto in famiglia. I genitori, dice Marika, l'hanno messa alla porta. "Anche mio fratello - aggiunge - si è schierato con loro". 

"Mi dispiace che la Chiesa chieda agli omosessuali di rinunciare alla loro omosessualità - dice don Giulio -. Scusa Malika, ti chiedo scusa e ti do anche un grande abbraccio. Desidererei che la Chiesa non fosse di ostacolo al cammino da fare per cambiare la mentalità della società, ma vorrei che tu fossi un apripista per un processo per un cambiamento della società".

"Non ci sono leggi che tutelano gli omosessuali - dice Marika - mi farò portavoce affinché qualcosa si smuova in qualsiasi modo. Tante persone mi hanno scritto messaggi: raccontano che stanno vivendo la stessa situazione. Ragazzi non accettati e costretti a vivere la vita di altre persone".