
Un nuovo episodio con protagonista il 29enne già passato alla ribalta per il lancio di tegole da un tetto. Scontro politico: il sindaco chiede rispetto per il lavoro delle istituzioni, l’opposizione vuol chiarezza.
Il 29enne protagonista dei disordini delle scorse settimane sarebbe stato coinvolto nelle scorse ore in una lite con un magrebino sulla salita che porta a Castello Alto. E si sarebbe introdotto furtivamente anche in un condominio, prima di essere invitato a uscire dall’immobile in questione dal consigliere Angelo Fiore. È stato quest’ultimo a segnalare l’episodio, facendo presente di essere intervenuto a seguito delle segnalazioni di alcuni cittadini. E di aver poi avvertito le forze dell’ordine. L’esponente del Carroccio ha poi contestato le ultime dichiarazioni della sindaca Francesca Giannì (nella foto). "L’intervento della polizia di Stato, che lo ha preso in consegna e caricato a bordo dell’auto di servizio, offre dunque un quadro ben diverso della vicenda. Da informazioni in nostro possesso risulterebbe infatti che l’ormai noto ’lanciatore di tegole’ non possa circolare a Castelfiorentino, pena l’arresto – ha detto –: non risulterebbe invece alcuna certificazione psichiatrica a suo carico: un fatto che contrasta nettamente con quanto dichiarato dalla sindaca sia sui social, sia in consiglio comunale. Per questo motivo ci attiveremo immediatamente per le vie istituzionali, chiedendo chiarimenti sia al prefetto che al questore, al fine di comprendere come sia possibile che tale soggetto continui a circolare indisturbato nel nostro paese, mettendo a rischio l’incolumità pubblica e l’immagine del nostro centro storico". Una vicenda che promette insomma di continuare a far discutere.
E la replica dell’amministrazione non si è fatta attendere. "Nel merito della vicenda tutti i possibili provvedimenti sono presi ormai costantemente da settimane. Siamo ben lontani dai battibecchi politici che distraggono dai reali problemi della città e creano solo futili dibattiti. Gli interventi vengono fatti dalle forze dell’ordine e dal personale sanitario: pensare di delegittimare il lavoro di chi ha realmente in carico la vicenda è di cattivo gusto e offensivo in primis proprio delle forze dell’ordine – ha replicato Giannì – aggiungo inoltre che nessuno, eccetto il sindaco, all’interno dell’amministrazione, ha informazioni complete sulla vicenda, nemmeno la giunta. Proprio perché il ruolo impone una riservatezza in merito a quanto viene fatto insieme alle forze dell’ordine che non ammette eccezioni. Qualsiasi ulteriore attività di indagine sulla vicenda non spetta certamente alla politica o ai partiti, ma alle forze dell’ordine, come già spiegato più volte in consiglio comunale, ogni volta che si producono interrogazioni sulle cartelle cliniche delle persone o sui loro casellari giudiziali. Sono puntualizzazioni necessarie che mi trovo per l’ennesima volta a dover fare, chiarendo l’ovvio, a causa di chi immagina l’attività politica come qualcosa al proprio servizio e non come un’azione al servizio del prossimo".
gf