
L’agguato e i graffi al collo "Inseguite per 40 minuti"
Lo spavento non se n’è ancora andato. L’inseguimento segreto, poi lo strappo della catenina dal collo, le urla e la paura per la piccola di appena due mesi che stava spingendo con il passeggino. Ripensare a quei momenti è come rivivere l’incubo. Ma la donna che domenica mattina insieme alla madre ha avuto a che fare con un ladro in via Volta si fa coraggio e racconta quegli attimi interminabili. "Preferisco restare anonima perché temo ritorsioni – spiega –, avevo scritto anche un lungo sfogo sui social che poi ho deciso di cancellare. Non voglio suscitare rabbia ma solo mettere in guardia tutti, in particolare le donne", la sua premessa.
Il furto con strappo ai danni della madre di 64 anni è avvenuto in un attimo, di ritorno da una passeggiata al parco. "Ci ha prese alle spalle e poi è fuggito – continua la donna –. Mia madre si è ritrovata senza collanina, con la maglia strappata e dei graffi sul collo, ma sul momento è rimasta lucida, anche più di me. Nel pomeriggio però ha manifestato segni di iper tensione e amnesia post traumatica. È stata dimessa dal pronto soccorso con qualche escoriazione e 5 giorni di prognosi. Ora per fortuna sta meglio". Ieri la donna ha formalizzato la denuncia ai carabinieri che già domenica erano intervenuti sul posto per ricostruire l’accaduto e raccogliere la testimonianza. Non è escluso che un aiuto alle indagini possa arrivare dalla visione delle immagini delle telecamere di sorveglianza posizionate in zona.
"Il ladro era di nazionalità nordafricana, aveva circa una trentina di anni, corporatura esile e qualche ferita sul viso – racconta ancora la donna –. Lo abbiamo visto per una prima volta seduto su una panchina al parco della Rimembranza, poi lo abbiamo notato di nuovo all’altezza del sottopassaggio di viale Buozzi, faceva su e giù con la bicicletta, una mountain bike nera con la canna bianca. Ho pensato che potesse aspettare qualcuno. Arrivate in via Einstein, lo abbiamo rivisto ancora che appoggiava la bici a un muretto. Insomma, ci ha seguite per 40 minuti, oltre un chilometro a piedi e ci ha osservato con insistenza fino all’aggressione, avvenuta a 100 metri da casa".
L’amarezza è davvero tanta. "Abito da 40 anni in Carraia e mia mamma da più di 60 ma non ci saremmo mai aspettate una cosa del genere di domenica mattina alle 9,25", si sfoga la figlia della vittima. "Ci siamo confrontati anche nella chat di vicinato - conclude - e la richiesta che facciamo alle istituzioni è di aumentare la sicurezza, magari attraverso più controlli o più telecamere anche in periferia".