
È iniziato tutto 50 anni fa. Strato dopo strato, un pezzo di storia di Montelupo Fiorentino che riemergeva, una tessera del puzzle che si ricomponeva. Era il 1973, quando per caso durante dei lavori di risanamento di via Tassinari fu rinvenuto il Pozzo dei Lavatoi, luogo simbolo della storia e della manifattura montelupina. Trentadue metri di profondità che custodivano silenziosamente maiolica artigianale. Scarti di fornaci medievali e rinascimentali, il cuore della produzione che nasceva a Montelupo per servire le tavole dei Medici e delle nobili Casate dell’epoca. Un tesoro rimasto sepolto per secoli, una scoperta cruciale che festeggia proprio quest’anno i suoi primi 50 anni. E come rendere omaggio ad un capitolo così importante, ad una scoperta che ha consentito di acquisire buona parte del patrimonio esposto oggi al Museo della Ceramica? In occasione di questa ricorrenza Comune, Fondazione Museo Montelupo e Scuola della Ceramica promuovono non una, ma una serie di iniziative. Un convegno di carattere scientifico, una mostra che coinvolge le manifatture del territorio, un docufilm che narra le vicende che ruotano attorno alla scoperta del pozzo e attività laboratoriali da proporre alle scuole.
Da qui, l’idea di coinvolgere tutta la comunità con una vera e propria “chiamata“. Chiunque pensi di avere documenti interessanti, fotografie o filmati dell’epoca della scoperta e degli scavi, documentazione cartacea, o sia anche solo in grado di fornire testimonianze orali e interviste sull’argomento, può segnalarlo via mail all’indirizzo [email protected]. La “call“ è aperta fino al 25 settembre. Si potrà far pervenire il materiale anche di persona al Museo di piazza Veneto il lunedì dalle 14 alle 19 e dal martedì alla domenica dalle 9 alle 19. "La call – spiega l’assessore alla Cultura, Aglaia Viviani – ha lo scopo di arrivare a coinvolgere coloro che hanno memoria di quanto accaduto in quel lontano 1973. Il valore storico e scientifico della scoperta, documentato anche nei volumi scritti dal già direttore del Museo Fausto Berti, è inestimabile. La scoperta del Pozzo fu davvero un evento collettivo per Montelupo. Ecco perché oggi lanciamo un progetto di comunità: ricostruendo quel periodo, si rinsaldano i legami sociali, raccontando al contempo il nostro paese a vecchi e nuovi concittadini".