"La minaccia arriva dall’estero"

Le filiere del grano in Toscana reggono bene ma preoccupano per l'invasione di prodotto straniero che fa crollare i prezzi. Coldiretti segnala l'arrivo massiccio di grano russo e turco nel 2023, con impatti sui prezzi nazionali. I prezzi attuali sono stabili, ma il panorama potrebbe cambiare.

"La minaccia arriva dall’estero"

"La minaccia arriva dall’estero"

Le filiere ’corte’ sul grano già da anni impiantante nell’Empolese e in Toscana reggono bene, basta a vedere i prodotti da forno della media e grande distribuzione in regione ma anche i negozi, tuttavia emergono preoccupazioni. Coldiretti spiega che le aziende sono poco tranquille per "l’invasione di prodotto straniero che contribuisce a far crollare il prezzo del grano, creando storture lungo le filiere dove un chilo di pasta può arrivare a costare anche due euro al chilogrammo a fronte di 30 centesimi riconosciuti agli agricoltori". Coldiretti parla dell’arrivo in Italia nel 2023 di quasi 900 milioni di chili di grano russo e turco, "un’invasione mai registrata nella storia del nostro Paese, secondo l’analisi del Centro Studi Divulga". Senza contare il grano canadese, arrivato a superare il miliardo di chili; il tutto ha impattato sui prezzi del grano nazionale. Si tratterebbe peraltro insiste Coldiretti, come nel caso del Canada, di cereale trattato in pre-raccolta con il glifosato, modalità vietata nel nostro Paese. Quanto ai prezzi, dopo le criticità di questo inverno, hanno raggiunto il loro punto di equilibrio e non si registrano oscillazioni sul mercato italiano. È quanto emerge dall’analisi di CAI (Consorzi Agrari d’Italia), in base alla rilevazione settimanale della Borsa Merci di Bologna, punto di riferimento nazionale per le contrattazioni fisiche dei prodotti agricoli. Lo scenario tuttavia può cambiare anche in funzione della situazione internazionale. E poi c’è appunto la nuova campagna in partenza. Il grano tenero è fermo tra 390 e 399 euro a tonnellata con punte di 422 euro per i cereali più ricchi di proteine, mentre il grano duro viene quotato tra 522 e 528 euro a tonnellata. Il mais, fondamentale per l’alimentazione animale, oscilla tra i 375 e i 380 euro a tonnellata, mentre la soia si conferma intorno a quota 700 euro.