
Luciano Spalletti; nel riquadro, Luca Rinaldi
Empoli, 10 febbraio 2023 - Una passione viscerale per il calcio, da vivere con gli scarpini ai piedi o dando ordini in panchina, non fa differenza. Luca Rinaldi è stato prima calciatore e poi allenatore, con tanto di patentino, ma da tre anni il quarantunenne di Vinci ha dovuto mettere da parte la sua quotidianità per giocare una partita ancora più importante. Quella contro una malattia genetica polmonare, che lo ha costretto nel giugno del 2019 a sottoporsi a un trapianto di polmoni. "Sembrava che tutto stesse andando bene – racconta – però ogni quattro o cinque mesi venivo ricoverato per delle infezioni polmonari fino a giugno 2021, quando dopo vari accertamenti mi è stata diagnosticata la bronchiolite, che nel trapianto è una causa di rigetto anche se tutt’ora non c’è una risposta che spieghi come mai su alcuni pazienti si sviluppa e porta al rigetto cronico e in altri no. A luglio di quello stesso anno, dopo gli esami per entrare di nuovo in lista, ho firmato per rifare il trapianto".
Attesa, speranza e tanta forza di volontà. "Da gennaio dello scorso anno – prosegue – sono costantemente attaccato a una bombola dell’ossigeno e ogni tanto il rigetto si fa sentire con insufficienza respiratoria che mi costringe a periodici ricoveri all’ospedale di Siena. In più a dicembre 2022 ho contratto anche il Covid e in una situazione già difficile di partenza come la mia questo virus ha lasciato il segno, peggiorando sia la situazione fisica che quella respiratoria. Sono stato 49 giorni ricoverato e alcuni di questi sono stati veramente tremendi, tanto che ho avuto paura di non farcela. Poi piano piano le cose sono migliorate, ora sono a casa e ho ripreso pure a lavorare in smart working. Adesso aspetto la chiamata, che può arrivare in qualsiasi momento, per altri due polmoni nuovi...".
In questo percorso a Luca non è chiaramente mancato il sostegno della sua famiglia, ma anche dell’Asd Avane, società in cui stava allenando la squadra Juniores prima di doversi fermare per l’aggravarsi delle condizioni di salute. Proprio i dirigenti gialloneri, in particolar modo il diesse Carlo Zani, si sono adoperati per fargli arrivare uno speciale video messaggio di incoraggiamento, quello di Luciano Spalletti, tecnico del Napoli e grande amico dell’Avane, dove suo fratello Marcello, scomparso da qualche anno, è stato una vera e propria istituzione. "Purtroppo la vita alcune volte mette davanti complicazioni anche alle persone per bene come te che non meriterebbero questo trattamento – dice Spalletti nel video – Ci vuole una reazione forte da persona forte quale sei. Da avanese ossessivo vero, di quelli che non mollano un centimetro mai e poi ci si ritrova d’estate tutti insieme a festeggiare la tua guarigione, io, te e tutti gli avanesi compreso il comandante (soprannome di suo fratello, ndr ). A presto Luca, ti si vuole tutti bene, i tuoi amici avanesi ti voglio bene".
"Il video del mister non me l’aspettavo – commenta Luca – Inutile dire che è stata una piacevolissima sorpresa, anche perché Spalletti è uno dei miei modelli di allenatore, soprattutto dopo che ha riportato noi interisti in Champions League. Sono rimasto veramente senza parole, anche perché qualche giorno prima mi era già arrivata a casa, da parte sua, una casacca del Napoli con scritta una bella dedica". La speranza di Luca è riuscire a trovare due polmoni che si adattino al suo corpo e proprio per questo sottolinea l’importanza della donazione degli organi. "In tutto questo ho trovato del personale sanitario straordinario, dall’ospedale di Empoli a quello Siena oltre alle infermiere della casa della salute di Sovigliana che in questo periodo di attesa tante volte sono venute a casa per delle terapie – ci tiene a concludere Luca – Al di là che mi trovi mio malgrado protagonista, la donazione di organi è veramente importante perché per tante persone può significare continuare a vivere".