FRANCESCO INGARDIA
Cronaca

Il triangolo dello spaccio. Droga e nodo (in)sicurezza: "Qui non è cambiato nulla"

La fine dell’estate impone il ritorno al quotidiano. Ma i traffici non sono mai andati in vacanza. La fotografia dei tre snodi della criminalità: parco della Rimembranza, Mariambini e XI Febbraio

La fine dell’estate impone il ritorno al quotidiano. Ma i traffici non sono mai andati in vacanza. La fotografia dei tre snodi della criminalità: parco della Rimembranza, Mariambini e XI Febbraio .

La fine dell’estate impone il ritorno al quotidiano. Ma i traffici non sono mai andati in vacanza. La fotografia dei tre snodi della criminalità: parco della Rimembranza, Mariambini e XI Febbraio .

Empoli, 3 settembre 2024 –  Avete presente il fenomeno della corsa sul posto? La politica tout court ne sa qualcosa, perché spesso e volentieri scandisce i suoi ritmi sulla base di slogan, proclami, annunci, persino gazzare sulla polemica del giorno, nel solco di quella tendenza ad agitarsi moltissimo, a correre per dare l’illusione del movimento con effetti speciali, per poi ritorvarsi (più o meno) fermi ai blocchi di partenza. È una strategia talvolta, un metodo talaltra, che le classi dirigenti di qualsiasi colore sfruttano (sovente in campagna elettorale) anche per promettere di sanare il mare magnum della sicurezza con la lotta senza quartiere al traffico e spaccio di droga.

Da tempo immemore la questione è spinosa, orbitando tale fronte attorno a un pianeta a due ecosistemi: quello della sicurezza effettiva (richiesta) dei cittadini, e la sua contraria percezione di insicurezza. E quale momento migliore, ora che l’estate sta (s)finendo, del ritorno al quotidiano per tornare a bazzicare il triangolo delle Bermuda empolese, le piazze di spaccio a cielo aperto? Giusto per vedere se, anche qui, siamo fermi alla corsa sul posto. Risposta flash? Sì, a livello di percezione. "Nulla è cambiato" è la frase pronunciata dai cittadini che tiene aperta la ferita della criminalità diffusa, sia il messaggio in codice che si legge sui volti di passanti e residenti con la bocca cucita lungo le tre zone nevralgiche dei traffici: il parco della Rimembranza di viale Buozzi, i giardini di via XI febbraio e il parco Mariambini. Per gradi, e con ordine.

STAZIONE

Il viaggio non può che partire dalla stazione. Per antonomasia, lo snodo italiano che giorno e notte, da Aosta a Trapani, richiede vigilanza costante h24. Tanto che il Viminale da tempo ha messo a terra la missione “Strade Sicure“, con l’Esercito in appoggio e a sostegno dell’attività intensa a cui è chiamata la PolFer. È il primo lunedì settembrino, il cielo di mezzogiorno è terso, in preparazione di un acquazzone che sembra non voler scendere. Da registrare ci sono soltanto gli habitué che si accasciano sulle panchine in cemento fuori dalla stazione.

VIALE BUOZZI

Le antenne cominciano a drizzarsi qualche metro più in là, lungo il vialone alberato che ospita il parco della Rimembranza. L’occhio destro casca sulla stesa di palazzoni chic tirati a lucido più in dell’Empoli-bene; quello sinistro sui movimenti sospetti degli aficionados. Ma a fare specie è forse più la carreggiata che funge da “Barriera“ – per gli amanti del Trono di Spade – che fa da separè tra chi vuole stare lontano dai guai (e quindi circolare, anche contromano, o a piedi) lato marciapiede, e chi invece è parte integrante del giro illegale. Lo spacciatore per spostarsi con rapidità si serve di un monopattino elettrico, zaino in spalla, sempre pronto a squadrarti per carpire il margine di probabilità per un nuovo potenziale cliente. In una delle tante panchine ci sono un paio di uomini con far sospetto. Uno è girato di spalle, indaffarato con le mani in pasta, che compulsivamente si gratta la testa. L’altro quasi sembra voler fungere da radar a caccia di presenze (in borghese) sgradite. Ma la vetta di degrado arriva giunti al casotto abbandonato. Compreso il lungo tratto parallelo tra la ferrovia e il giardino, oltre il muretto e le siepi. Un cimitero di vestiti sporchi, strappati, abbandonati, vetri di alcolici, birre, cocci di lattine tagliate ad hoc come fondo metallico per riscaldare la dose, siringhe usate e stantuffi a destra e a sinistra. Niente di nuovo, sia chiaro.

VIA XI FEBBRAIO

Un giardinetto (secco per colpa dell’afa) in cui la forma diverge dalla sostanza. L’area cani è priva di amici a quattro zampe, i giochi per bambini sono al limite dell’utilizzo, imbrattati e in pessimo stato. Un asiatico (adulto) si dondola nell’unica altalena la cui catena è ben salda alla struttura portante in legno. Da Empoli a Little Whinging è un attimo. Sotto le panchine, spazzatura e cibo ammuffito. I clochard che si servono alla mensa della Caritas di fronte, evidentemente consumano il pasto per poi lasciare i resti per terra. Oltre il recinto, la solita “legge della ferrovia“ di indumenti e oggetti abbandonati. C’è persino un materasso matrimoniale ingiallito, lì da (almeno) quattro stagioni.

VIA BISARNELLA

Ultimo miglio in direzione parco Mariambini. Alle 13 c’è un silenzio che fa rumore. "Nulla è cambiato - ammette Pietro, a garanzia dell’anonimato, da 8 anni bancario nella filiale locale -. Le colleghe hanno paura quando staccano la sera, perché spesso ricevono fischietti, apprezzamenti e avance. E poi c’è sempre qualcuno che si accampa per la notte nella piazzetta coperta. Il problema sicurezza non è risolto". Nel frattempo, un gruppetto di ragazzi si appartano per fumare (non è dato sapere cosa). Alle loro spalle, un “muro libero“ – recita la targhetta – che separa il parco dall’ennesimo casottino sguarnito, con dentro la qualunque, con teli su teli appoggiati al cancello in ferro battuto per celare gli interni. Ma intanto, "finalmente hanno cominciato a buttare giù il “muro di Berlino“ – ironizza Pietro –. Così la polizia arriva sì prima sul posto, ma gli spacciatori nel frattempo scappano meglio".