REDAZIONE EMPOLI

Il ricordo dell’eccidio "I nostri valori a rischio"

Le celebrazioni del 79esimo anniversario della strage di piazza Ferrucci. Barnini: "Siamo su un cammino pericoloso, difendiamo libertà e giustizia".

Il ricordo dell’eccidio "I nostri valori a rischio"

La città non dimentica l’eccidio dei ventinove concittadini empolesi, fucilati per mano nazifascista, in quella che si chiamava piazza Ferrucci, a pochi passi da piazza Farinata degli Uberti e dal centro. Dovevano essere trenta, secondo l’atroce proporzione secondo la quale la morte di ogni nazista doveva essere pagata con il sangue di dieci italiani, ma uno degli empolesi ‘condannati’ riuscì a fuggire.

La commemorazione, ieri, si è aperta con la celebrazione della santa messa a suffragio dei caduti, officiata da don Guido Engels, nella Collegiata di Sant’Andrea, per poi proseguire con la deposizione della corona d’alloro al monumento ricordo in piazza XXIV Luglio, alla presenza delle autorità civili, religiose e militari e di rappresentanti delle associazioni del territorio. Presenti fra gli altri il sindaco Brenda Barnini, rappresentanti della giunta e del consiglio comunale, a partire da Alessio Mantellassi, presidente del Consiglio comunale, il senatore Dario Parrini e il consigliere regionale, Enrico Sostegni.

"Ricordiamo una delle stragi dell’estate del 1944, avvenuta per mano nazista - ha ricordato Barnini - Quella strage avvenne come azione di repressione in seguito alla morte di alcuni nazisti: vennero catturati trenta civili, li portarono in questa piazza con l’intento di fucilarli. Uno di loro riuscì a scappare, a salvarsi: è anche grazie a lui se abbiamo la ricostruzione di quei drammatici momenti. Ricordare la loro memoria significa anche dirci che cosa dobbiamo ancora fare oggi per costruire quel mondo per il quale loro persero la vita".

E proprio in riferimento a quello che sta accadendo oggi, Barnini dice i valori della democrazia sono a rischio: "Per una certa parte di questo lungo percorso che ci separa da quella mattina di sangue, il ricordo potente della Guerra e coltivare con tenacia la memoria hanno fatto sì che ognuno di noi avesse in sé la consapevolezza di ciò che quella storia ha significato, ma a mano a mano che ci siamo allontanati da quelle date di ingiustizie e violenza ci siamo rimessi su un cammino pericoloso. Un cammino che mette in discussione, a rischio, i valori fondanti della nostra democrazia, come la giustizia, la libertà e la solidarietà".