Il maniaco resta in carcere. Convalidato l’arresto

È accusato di violenza sessuale. Tra le vittime anche una ragazza di 16 anni. Ha palpeggiato tre donne in strada avvicinandole per chiedere informazioni.

Il maniaco resta in carcere. Convalidato l’arresto

Il maniaco resta in carcere. Convalidato l’arresto

EMPOLI

Resta in carcere il 20enne egiziano considerato l’autore di una serie di palpeggiamenti in zona Carraia-Ponzano a Empoli ai danni di donne, tra cui una minorenne. Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato il fermo eseguito dalla polizia del commissariato di Empoli che ha rintracciato il giovane, rifugiato e da pochi mesi in Italia, nel comune di Vinci. Attualmente si trova nel carcere di Sollicciano con l’accusa di violenza sessuale. Il 20enne, in base ai risultati delle indagini degli agenti di piazza Gramsci, sarebbe l’autore di almeno tre analoghi episodi, ovvero espliciti palpeggiamenti di donne, avvenuti recentemente in città. Gli ultimi due, sono della settimana scorsa: il primo, intorno alle 14.30, nei confronti di una mamma che stava camminando in via dei Cappuccini con la figlia di pochi mesi nel passeggino; il secondo, qualche ora dopo, a circa un chilometro di distanza, ma con vittima, questa volta, una ragazza di appena 16 anni che passeggiava sul marciapiede.

Gli agenti del commissariato di

Empoli, raccolte le prime testimonianze, hanno passato al setaccio ogni i fotogrammi della videosorveglianza cittadina. Ad aiutare le indagini anche la testimonianza di chi ha assistito alla molestia nei confronti della minorenne: si tratta del marito della prima vittima, chiamato dalla moglie che aveva rivisto il suo aggressore poco dopo. Il coniuge si è trovato davanti alla scena del palpeggiamento alla minorenne. Lo straniero è stato messo in fuga, ma non l’ha fatta franca. I poliziotti ipotizzano che sia lo stesso soggetto che, sempre a Empoli, in piazza Guerra lo scorso 16 marzo, ha allungato le mani su un’altra donna. In tutte e tre le occasioni la tecnica per avvicinare le vittime era stata quella di chiedere informazioni non conoscendo l’italiano.