
EMPOLI
Il suo nome spunta nelle carte della maxi inchiesta coordinata dalla Dda, dal procuratore di Firenze, Giuseppe Creazzo (nella foto) con il sostituto Leopoldo De Gregorio che all’alba di due giorni fa ha fatto scattare arresti, perquisizioni e sequestri tra Firenze, Prato e nelle province di Potenza, Latina e Verona.
Lui è Antonio Tegolo, ex centrocampista, oggi imprenditore 47enne, con alle spalle un trascorso con la maglia dell’Empoli: prima nelle giovanili dove sbarcò nel 1986 appena 12enne. Poi durante la stagione 92-93 in serie C1. Oggi la Procura di Firenze gli imputa un ruolo di gregario nelle attività legate ai Cuomo, clan originario di Nocera, in ascesa in Toscana dall’inizio della pandemia. Dalle carte emerge il radicamento del clan sul territorio, culminato nell’attentato incendiario del 23 febbraio fatto dal gruppo rivale dei Piedimonte al ristorante “Pizza, cozze e babà” di Firenze, riconosciuto come base dei Cuomo dalla Dda. Il business del clan, ricostruito da Fiamme Gialle e Polizia: furti di bici, false assunzioni per gli extracomunitari dietro pagamento. Ma anche incassi non dovuti dei fondi per l’emergenza Covid. Il bilancio dell’ordinanza firmata dal gip Antonio Pezzuti è stato di 10 misure cautelari, di cui 7 in carcere e 3 ai domiciliari. Nella lista dei 17 indagati coinvolti a vario titolo, c’è anche Tegolo. La sua posizione risulta molto più leggera e per questo non sono state applicate misure. Le accuse a suo carico: violazione del testo unico in materia di immigrazione con l’aggravante di aver agevolato l’attività mafiosa.
Il clan, secondo quanto ricostruito, si era inventato un business: false assunzioni di extracomunitari dietro pagamento, sfruttando il Decreto Flussi del 2020. Gli stranieri speravano di ottenere la regolarizzazione e il clan, per ogni contratto, si faceva pagare non meno di 1.500 euro. Ma le pratiche di assunzione prevedevano che alcuni imprenditori si prestassero a figurare come falsi datori di lavoro. Tra questi, per la Procura, anche Tegolo, titolare di un’attività commerciale di ingrosso a Firenze. A suo nome sarebbero state inserite 5 pratiche di assunzione di cittadini del Bangladesh. Assunzioni che, in base alle indagini, non sarebbero state necessarie. Si tratta di ipotesi accusatorie, tutte da dimostrare, che saranno affrontate durante il dibattimento.
Claudio Capanni