
Tribunale (foto d'archivio)
Empoli, 4 novembre 2016 - Falso e truffa. Con queste accuse, medico e avvocato sono stati rinviati a giudizio dal giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Firenze, Fabio Frangini. L’udienza è fissata per il 16 gennaio alle 9. Il gup ha ritenuto fondata la richiesta del pubblico ministero Tommaso Coletta, secondo il quale il medico montelupino Sergio Cacialli e l’avvocato empolese di nascita ma sanminiatese di residenza Michela Bindi avrebbero lavorato fianco a fianco nel raggirare le assicurazioni. In particolare, la Allianz costituitasi parte civile e rappresentata dall’avvocato Roberto D’Ippolito del Foro di Firenze. Proprio una denuncia sporta dalla compagnia nel novembre del 2014 ha fatto scattare le indagini che hanno messo nei guai l’avvocato Bindi e tre medici, ossia Cacialli, Bianca Niccolai e Cataldo De Gaudio (quest’ultimo ha chiesto e ottenuto il patteggiamento a un mese di reclusione con pena sospesa dal giudice Frangini).
Secondo quanto ricostruito dall’accusa, Bindi e Cacialli «agendo in concorso tra loro, al fine di conseguire un indennizzo assicurativo precostituivano elementi di prova falsi producendoli in giudizio». Precisamente «precostituivano il falso modulo di constatazione amichevole di sinistro cid con la firma apocrifa (ossia non autentica) di R. S., nonché certificati medici e perizia medico/legale a firma Sergio Cacialli». Queste le motivazioni che hanno fatto scattare la querela da parte della compagnia assicurativa. Anche se il copione sarebbe stato ripetuto dalla ‘coppia’ (o talvolta dal legale con il supporto degli altri due medici), mentre individualmente l’avvocato in più occasioni avrebbe falsamente certificato come autentica la firma di varie persone.
Tra l'altro non si tratta del primo rinvio a giudizio per Bindi e Cacialli, già incappati in analogo procedimento da parte de gup del tribunale di Siena. Tra i reati contestati anche l’associazione a delinquere finalizzata alla truffa con numerose compagnie assicurative, tra le quali la Allianz, costituitesi parti civili.
«Rivestendo ciascuno i ruoli in ragione dei rispettivi profili professionali – si legge sugli atti - si associavano tra loro allo scopo di commettere una serie indeterminata di frodi assicurative e di reati mezzo connessi (falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici) in danno di plurime compagni».
Come? «Previa precostituzione di elementi di prova o documentazione relativa a incidenti stradali mai avvenuti o avvenuti in maniera del tutto diversa da quella reale». In pratica ‘inventando’ o ‘gonfiando’ incidenti e postumi così da ottenere «indebita liquidazione in favore di danneggiati o presunti infortunati». Falsi rapporti di incidente, false perizie, false certificazioni mediche, il pane quotidiano del ‘team’ del quale fa parte anche un carabiniere in servizio nel Senese.
La prossima udienza è fissata per il 10 novembre. In aula oltre settanta imputati, residenti anche nell’Empolese Valdelsa, rinviati a giudizio a vario titolo.