
Con l’accusa di aver ostacolato la vendita all’asta di un agriturismo sulle colline fucecchiesi, un imprenditore di sessantanove anni residente a Fucecchio, Carmine Petrullo, e un avvocato di cinquantasette anni, di Napoli, Giuseppe Catapano, sono stati condannati dal tribunale di Firenze rispettivamente a due e tre anni di reclusione per il reato di turbata libertà degli incanti, con l’accusa, apppunto, di aver ostacolato la vendita all’asta della struttura, la cui proprietà sarebbe stata riconducibile al 69enne fucecchiese.
Una struttura, quella dell’agriturismo, che era stata pignorata a causa di alcuni debiti contratti.
I due, secondo le informazioni che sono state raccolte, sono stati condannati per fatti relativi a due aste, in particolare la prima è avvenuta nel 2015 mentre l’altra si è tenuta nel 2017.
L’imprenditore e l’avvocato sono, invece, stati assolti per i fatti relativi a un’asta che si era tenuta nel 2016. Secondo quanto ricostruito attraverso indagini specifiche condotte dagli inquirenti e che sono state coordinate dal sostituto procuratore Paolo Barlucchi, infatti, l’imprenditore in più occasioni avrebbe scoraggiato gli interessati a partecipare alle aste, arrivando addirittura a minacciarli apertamente o minacciando che avrebbe demolito l’agriturismo, che si trova nella frazione fucecchiese di Massarella, dopo l’aggiudicazione.
Per scoraggiare i potenziali compratori, l’imprenditore fucecchiese avrebbe tra l’altro prospettato loro la presenza nella proprietà di abusi edilizi da sanare, mentre in un altro momento avrebbe dichiarato a uno degli interessati che non avrebbe mai lasciato spontaneamente lo stabile. Insomma, avrebbe cercato di convincere in ogni modo e con ogni strategia i potenziali acquirenti a desistere dal loro legittimo obiettivo.
Non solo. Avrebbe anche affermato che il compratore, una volta acquistato l’agriturismo ci avrebbe trovato "un campo da tennis", intendendo così che avrebbe fatto abbattere tutto e che sarebbe rientrato in possesso della proprietà "costi quello che costi".
I due sono finiti in manette, arrestati entrambi dagli agenti della guardia di finanza nel 2018, in seguito a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari. Turbata libertà degli incanti, il reato contestato a entrambi, in concorso, in un’indagine che ha visto coinvolto anche un avvocato fiorentino. I tre, insieme ad altri soggetti, secondo le indagini svolte negli anni scorsi, avrebbero ostacolato la vendita all’asta di un agriturismo la cui proprietà è riconducibile alla famiglia di Petrullo, appunto. L’obiettivo, come detto, era quello di mantenere la proprietà dell’immobile.
Le indagini, come spiegato al tempo dal giudice per le indagini preliminari Liguori, hanno confermato "l’emersione di un quadro indiziario nel quale Petrullo figura come indiscusso protagonista di una serie di condotte di turbativa". Le varie aste, almeno nove a partire dal 2015, sarebbero state ostacolate dall’imprenditore. Avrebbe scoraggiato gli interessati a partecipare, arrivando a minacciarli. Una vicenda che ieri ha portato alla condanna del 69enne imprenditore e del 57enne avvocato.