Cellulari vietati ai prof in classe Si apre il confronto tra i presidi "La misura è troppo eccessiva"

Il dirigente del Fermi-Da Vinci sul caso di Caserta: "Non diffonderei mai una circolare simile". La collega del liceo Virgilio: "No all’uso smodato, ma i miei docenti sono molto responsabili".

Cellulari vietati ai prof in classe  Si apre il confronto tra i presidi  "La misura è troppo eccessiva"

Cellulari vietati ai prof in classe Si apre il confronto tra i presidi "La misura è troppo eccessiva"

Professori distratti dai cellulari? Scatta la circolare che, inevitabilmente, genera dibattito e polemiche. La storia arriva da un istituto tecnico agrario della provincia di Caserta dove il dirigente scolastico ha vietato il cellulare in classe a docenti e personale Ata. Il motivo dietro una misura così drastica? Le numerose segnalazioni da parte dei genitori. Per combattere l’uso improprio dello smartphone da parte degli insegnanti durante le lezioni, nessuno sarà autorizzato a entrare in aula portando con sé il proprio apparecchio. Ma da che parte stanno i dirigenti dei nostri istituti scolastici? Ci siamo fatti un’idea partendo dal "Fermi- Da Vinci" di Empoli dove, al momento - come da circolare ministeriale - il divieto interessa solo gli studenti.

"Non diffonderei mai una circolare in cui vieto a docenti e personale Ata l’uso dei telefonini - commenta Gaetano Flaviano - Siamo in presenza di adulti in un contesto lavorativo, consci del fatto che quando fanno lezione non dovrebbero rispondere al cellulare. Se mi arrivasse una segnalazione? Non farei un divieto esteso a tutti i professori ma, in funzione di quel caso specifico, aprirei una procedura disciplinare nei confronti del docente ‘distratto’". Da dicembre le scuole hanno ricevuto indicazioni sull’utilizzo dei telefoni cellulari in classe, dal ministero dell’istruzione e del merito. Non una riga sul fatto che, oltre agli alunni, anche i docenti dovrebbero rinunciare al proprio smartphone. A proposito di questa circolare, Flaviano ne evidenzia i limiti. "Il problema che si pone non sta nella comunicazione in cui si vieta l’uso del dispositivo, ma nella sua attuazione. Nè io, tantomeno i professori siamo organi di polizia. Non possiamo agire da commissari togliendo i telefonini dalle tasche dei ragazzi". Il regolamento, insomma, c’è ma l’adesione è volontaria e si basa su una forma di collaborazione non su un’imposizione.

Ma torniamo agli obblighi per i docenti.

Come spiega la dirigente del liceo classico Virgilio, Valeria Alberti: "Se nel regolamento di istituto è stato stabilito, è normale che la preside proceda. Certe cose sono regolamentate dal collegio docenti in condivisione con il consiglio d’istituto, tutta la comunità scolastica si dà delle regole". Il telefono a lavoro è fondamentale nelle emergenze, per la reperibilità. "E’ un filo diretto col mondo esterno, da tenere silenzioso in borsa. L’uso smodato non è accettabile. I miei docenti - conclude Alberti - sono misurati e responsabili in orario di servizio, non ho avuto l’esigenza di una circolare ad hoc". E i ragazzi, invece, come la pensano?

"L’uso dei telefoni tra i banchi di scuola - commenta Amedeo Martelli, 5A liceo classico Virgilio - ha i suoi vantaggi. Sono contrario a questa demonizzazione. La pandemia ci ha introdotto a piattaforme smart come ClassRoom che permettono il risparmio della carta ed uno zaino più leggero. La trovo una misura eccessiva anche per i docenti. Quelli distratti dal telefonino sono l’eccezione, non la regola". Della stessa idea il compagno Giacomo Biz. "Provvedimento esagerato verso i docenti. Il telefono a scopo didattico può servire, anche per la banale ricerca sul web di un’informazione o una foto. Per i ragazzi invece è giusto: più che di un divieto parlerei però di un uso consapevole di questi strumenti".

Ylenia Cecchetti