C’è indignazione tra i politici. Barnini: "Come Genova 2001"

La sindaca condanna i manganelli contro i manifestanti. Il senatore Parrini: "Piantedosi chiarisca in Parlamento"

C’è indignazione tra i politici. Barnini: "Come Genova 2001"

C’è indignazione tra i politici. Barnini: "Come Genova 2001"

EMPOLI

Sono immagini che non lasciano indifferenti. Immagini già viste ma alle quali non ci si abitua mai: studenti che scendono in piazza in modo pacifico per manifestare a favore della pace (in questo caso chiedendo la tregua del conflitto Israelo Palestinese), aggrediti dalle forze dell’ordine. Un episodio che ha scatenato le reazioni della politica anche sul territorio. Tra i primi a prendere posizione Brenda Barnini, ricordando chi, come lei, ha vissuto Genova 2001. "Quelle immagini scioccanti - ha detto la sindaca empolese facendo riferimento ai fatti di Pisa e Firenze - sono un salto nel passato che non volevamo più rivivere. La mia generazione è rimasta ferita in modo indelebile da quei giorni, c’è un prima e un dopo Genova nell’impegno politico di molti, c’è il ricordo di come quei fatti portarono migliaia di giovani a smettere di credere nella politica come strumento di rappresentanza libera e democratica. I manganelli su dei minorenni, l’azione repressiva lesiva del diritto alla libertà di manifestare, sono episodi di una gravità assoluta che minano le basi della democrazia. Si apra subito un’inchiesta che porti a identificare i responsabili anche a tutela della credibilità delle forze dell’ordine che devono svolgere il loro lavoro nel rispetto della Costituzione e delle libertà da questa garantite". Si chiedono azioni concrete, misure immediate. "Piantedosi chiarisca subito in Parlamento - il senatore Pd Dario Parrini chiama in causa il Ministro dell’Interno - Abbiamo assistito a scene indegne di un Paese come l’Italia. Violenza inammissibile. Chi l’ha autorizzata deve immediatamente risponderne".

Sconcerto e indignazione arrivano anche dal gruppo consiliare Montelupo è partecipazione. "È evidente che le responsabilità - ha commentato il capogruppo Francesco Polverini - non possono essere addebitate alle donne e agli uomini uniforme che hanno compiuto questi atti, anche se dalla fine della seconda guerra mondiale in poi, l’aver ubbidito agli ordini non può più essere una giustificazione. Questi comportamenti rispondono a precise linee guida: vietato protestare per la Palestina. Ai ragazzi va tutta la nostra solidarietà. Continuate a farvi sentire".