La lista comprende 178 scuole che, in tutta Italia, hanno implementato la cosiddetta ’Carriera Alias’. Tra queste, 25 sono toscane e una appartiene al territorio dell’Empolese Valdelsa. Il tema divide, è più attuale che mai: questioni di genere, identità sessuale, transizioni e genderfluid. Anche il Ferraris Brunelleschi ha aderito alla procedura che permette agli studenti transgender di cambiare nome a scuola.
Per esser chiari, ’Carriera Alias’ è un accordo di riservatezza tra la scuola, la giovane persona trans che frequenta l’istituto e la sua famiglia, se minorenne: "un iter semplice per cui nel registro elettronico viene inserito il nome scelto dalla persona in transizione al posto di quello anagrafico, evitandole l’imbarazzo di dover continuamente spiegare la propria situazione e subire possibili episodi di bullismo e prevenendo così un possibile abbandono scolastico". Così spiega ’Agedo’, associazione di genitori, parenti e amici di persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender, molto attiva sulla tematica dei diritti Lgbt. Il documento è consultabile sul sito del Ferraris Brunelleschi, dove è riportato integralmente il testo del regolamento (già in vigore) e dove si specifica che sia stato emanato "per garantire a studenti e studentesse in transizione di genere la possibilità di vivere in un ambiente di studio sereno, attento alla tutela della privacy e della dignità dell’individuo". A ora non esistono linee guida ministeriali e l’applicazione di ’Carriera Alias’ resta a discrezione della sensibilità della direzione scolastica. Si tratta di una scelta che non ha alcun valore legale al di fuori della scuola ma servirebbe a tutelare chi ne fa richiesta almeno in ambiente formativo. Ed è su questo che si appiglia la Onlus Pro Vita & Famiglia che ha deciso di intervenire a gamba tesa sulla questione. "Nella campagna nazionale contro l’ideologia gender abbiamo notificato 25 diffide alle scuole toscane che hanno approvato Carriera Alias per alunni transgender intimandone l’immediato annullamento".
Lo anticipa Donatella Isca, referente del Circolo Territoriale della Toscana di Pro Vita & Famiglia Onlus. Tra le scuole destinate a ricevere la diffida c’è l’Istituto tecnico industriale empolese. "Nelle diffide - conclude Isca - sono esposte le ragioni per cui assegnare un nome diverso a uno studente in base a una mera auto percezione di genere non solo è una procedura dannosa per la sua sana maturazione psico fisica ma soprattutto in contrasto con le normative vigenti in campo amministrativo, civile e potenzialmente penale".
Y.C.