Tre euro l’ora agli schiavi dell’olio. Blitz in collina, presi i caporali

La Finanza arresta un italiano e un pakistano: avrebbero sfruttato asiatici e africani per la raccolta delle olive

Per la raccolta delle olive tra Empoli e Montespertoli sfruttati lavoratori stranieri

Per la raccolta delle olive tra Empoli e Montespertoli sfruttati lavoratori stranieri

Empoli, 25 novembre 2021 - Al sud pomodori e arance. In Toscana sono le olive, almeno nella stagione autunnale, il business per caporali con pochi scrupoli, pronti a cavalcare fame e miseria. A cottimo, nel mercato degli sfruttatori, cento chili di frutti venivano pagati 30 euro. Oppure 3,50 euro ogni sessanta minuti di fatica. Un business che si è interrotto con l’arresto in flagranza dei due caporali da parte della Guardia di finanza: stavano accompagnando due squadre di lavoratori sulle colline dell’Empolese.

Avrebbero lavorato non meno di undici ore. Senza assicurazione, senza tutele, con un pasto e un po’ d’acqua da trangugiare in fretta, sotto gli occhi dei sorveglianti. Il fermo è scattato al culmine di un’indagine iniziata sei mesi fa. Il merito va a uno di questi lavoratori, che anziché sottostare a condizioni disumane, ha trovato il coraggio di denunciare.

Così, dopo appostamenti, intercettazioni e verifiche, le Fiamme Gialle sono entrate in azione. Il blitz è scattato l’altra mattina all’alba, mentre i due caporali stavano accompagnando nei campi due squadre di lavoratori stranieri. Una quindicina di persone in tutto, che avrebbe raccolto, per una lunga giornata, le olive di un terreno a Montespertoli e in uno di Empoli.

L’arresto è scattato per Giuseppe Mandini, 63enne di Empoli, e per il 39enne Muhammad Hussain, nato in Pakistan come molti dei lavoratori ingaggiati per la raccolta delle olive. Sono accusati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, avendo approfittato, secondo l’ipotesi accusatoria, dello stato bisogno di queste persone, immigrati extracomunitari non solo pakistani ma anche senegalesi.

Erano i due indagati alla guida dei due mezzi. E sarebbero sempre loro ad aver stretto un accordo con i proprietari dei terreni, al momento esclusi dagli accertamenti: ma le indagini potrebbero allargarsi anche a loro. Già, perché sembra difficile pensare che chi “appalta“ la raccolta delle olive, non s’immagini che nel suo campo finiscano lavoratori sfruttati e pagati a nero. E non solo.

Le indagini hanno permesso inoltre di appurare che i lavoratori sarebbero stati fatti alloggiare dai due caporali in una colonica fatiscente in quel di Lastra a Signa, senza riscaldamento e senza acqua calda, e da lì, ogni mattina, si sarebbero messi in marcia a bordo dei pullmini in direzione dei campi.

La procura di Firenze, con il sostituto procuratore Fedele Laterza, ha chiesto la convalida dell’arresto. Il giudice deciderà in queste ore. Il reato contestato, il 603 bis del codice penale, se aggravato dalle condizioni di bisogno delle vittime e dal numero delle persone reclutate, prevede una pena fino a otto anni di reclusione.