
Elona Kalesha (nel tondo) e i carabinieri fuori dall'abitazione in cui è stata arrestata
Firenze, 30 settembre 2021 - Resta in carcere Elona Kalesha, la 36enne albanese detenuta da dicembre 2020 a Sollicciano per il duplice omicidio dei coniugi Shpetim e Teuta Pasho, i genitori dell'ex fidanzato scomparsi da anni i cui resti vennero ritrovati in valigie abbandonate in un terreno accanto al carcere di Sollicciano. Lo ha deciso il tribunale del riesame rigettando l'appello presentato dai difensori della donna contro la decisione assunta dal gip nel maggio scorso di negarne la scarcerazione. Nel loro appello gli avvocati Federico Febbo e Antonio D'Orzi tra i loro temi difensivi avevano anche fatto notare come il Dna della 36enne non fosse stato rilevato sulle maniglie delle valigie.
Fredda determinazione
Secondo il tribunale del Riesame di Firenze, Elona Kalesha attuò il suo proposito omicida con "fredda determinazione", dimostrando di avere "una spiccata pericolosità sociale", e per queste valutazioni, se venisse scarcerata potrebbe commettere "altri gravi delitti della stessa specie".
Così un passo del provvedimento con cui i giudici hanno rigettato la richiesta di scarcerazione da parte dei difensori della 36enne albanese detenuta dal dicembre 2020. Elona Kalesh è accusata di aver compiuto il duplice omicidio dei coniugi Shpetim e Teuta Pasho, i genitori dell'ex fidanzato scomparsi nel novembre 2015 e i cui resti vennero ritrovati in valigie abbandonate in un terreno accanto al carcere di Sollicciano solo in modo fortuito nel dicembre 2020. Inoltre, argomenta il Riesame, il fatto che sulle valigie, in cui furono nascosti i cadaveri fatti a pezzi dei coniugi Pasho, non siano state trovate tracce di Dna della 36enne, non muta il quadro indiziario a carico della donna emerso nel corso delle indagini coordinate dal pm Ornella Galeotti. "La circostanza che non siano state trovate tracce biologiche riferibili all'indagata - viene spiegato - può essere dovuta al fatto, come rilevato dal pm, che la sostanza grassa derivata dalla saponificazione dei corpi abbia dissolto le impronte", oppure che "esse si siano perse con il passare del tempo", o che le valigie "siano state maneggiate da un complice", o ancora , che la donna indossasse dei guanti.