Buon sangue non mente. Dal padre al figlio: è record di donazioni: "Tutto merito di nonno"

La storia straordinaria della famiglia Iori, un esempio di altruismo. Di generazione in generazione: è Giuseppe ad aver aperto la via. Un 2023 positivo per Avis Vinci che sfiora il traguardo quota 400. .

Buon sangue non mente. Dal padre al figlio: è record di donazioni: "Tutto merito di nonno"

Buon sangue non mente. Dal padre al figlio: è record di donazioni: "Tutto merito di nonno"

Avis Vinci ha chiuso il 2023 con il botto. Con 33 donazioni in più rispetto all’anno precedente (su un totale di 364) e 19 nuovi donatori di sangue e plasma. Uno al giorno, in sostanza. È proprio da una piccola realtà locale, dove i problemi certo non mancano, che arriva la storia di una donazione di fine anno speciale: quella di un’intera generazione. Nonno Giuseppe Iori, che ha all’attivo più di 100 donazioni, il 29 dicembre scorso ha portato al centro trasfusionale di Empoli il nipote Matteo per la prima donazione. Il passaggio di testimone è andato di generazione in generazione: a completare il quadro, il figlio di Giuseppe, Saro Iori che di donazioni – grazie allo spirito di altruismo tramandato dal padre – ne ha già fatte 70. La soddisfazione è grande per il presidente Avis Vinci Angelo Marinelli, che ha immortalato la scena. "Questa storia – ha commentato con orgoglio – dimostra che esiste ancora nelle nostre famiglie il valore sano e bello della generosità. Possa essere questo da esempio per tutti".

In realtà nonno Giuseppe, che quest’anno festeggerà 74 anni, ha deposto l’ago a 70 anni, chiudendo il ciclo nel migliore dei modi. "Grazie alle sue 100 donazioni – ricorda il figlio, Saro Iori – come donatore modello è stato festeggiato al Meyer di Firenze dove ha donato per l’ultima volta. Ha iniziato giovanissimo, appena maggiorenne, e io come lui. Lo stesso ha fatto mio figlio Matteo, che ha 20 anni e studia Ingegneria informatica". Ma non è tutto. C’è anche una baby candidata ed è la sorella minore di Matteo che, non appena compirà i 18, si è detta interessata ad intraprendere il percorso il Avis, seguendo l’esempio di tutti gli Iori.

"Sono gesti che facciamo volentieri. Un piccolo aiuto che cerchiamo di dare al prossimo – prosegue Saro Iori –. Non è così comune che un giovane oggi ponga l’attenzione agli altri, siamo tutti molto concentrati su noi stessi". La prima donazione comunque non si scorda mai. Matteo si è affacciato timoroso, c’era pur sempre mezzo litro di sangue da prelevare. Ma il nonno, esperto, gli ha dato coraggio, tirando dentro anche la nuora, che si è unita al gruppo per la sua prima donazione.

Della prima volta, Saro Iori, 49 anni e ferroviere, residente a Vinci come tutta la famiglia, ricorda un particolare. "Avevo 19 anni e non ero mai stato in ospedale, fortunatamente. L’ago della donazione mi aveva impressionato un po’. Una sensazione ripagata subito dopo dalla soddisfazione di veder portare via la mia sacca sapendo che avrebbe aiutato qualcuno". La donazione di famiglia non poteva che concludersi con un pranzo, tutti insieme, per recuperare un po’ di energie. Ai fornelli nonno Giuseppe; spalla cotta con fagioli rifatti e un pizzico di ‘olio novo’. Brindando alla prossima donazione.

Ylenia Cecchetti