REDAZIONE EMPOLI

Bufera sul centro visite in Padule: "Ora deve intervenire la Regione"

L’attacco del Wwf Toscana dopo l’affidamento ai cacciatori: "Una scelta insostenibile e grottesca"

Il Wwf Toscana attacca la riapertura del Centro visite della riserva naturale del Padule con l’affidamento alla sezione locale di Federcaccia (foto d’archivio)

Il Wwf Toscana attacca la riapertura del Centro visite della riserva naturale del Padule con l’affidamento alla sezione locale di Federcaccia (foto d’archivio)

Fucecchio, 24 ottobre 2024 – Il dibattito che sta infiammando il Padule non si placa. E le polemiche continuano. "Una fine tragicomica per un Centro visite realizzato solo dieci anni fa con fondi pubblici, in gran parte fondi comunitari Por-Creo finalizzati alla promozione dello sviluppo economico sostenibile nell’ambito delle aree protette". Così il Wwf Toscana commenta la riapertura del Centro visite della Riserva naturale del Padule di Fucecchio con l’affidamento alla sezione locale di Federcaccia, chiedendo "un chiaro segnale da parte della Regione che rettifichi una scelta insostenibile e grottesca".

In una nota il delegato regionale dell’associazione Guido Scoccianti ricorda come il bando "richiedeva genericamente ai partecipanti di avere fra le proprie finalità statutarie la tutela e valorizzazione ambientale, ma non di dimostrare di avere esperienza e competenze in merito e di portare avanti davvero attività di tutela dell’ambiente. In base ai risultati, a dividersi gli spazi del Centro visite saranno quindi l’associazione Intrecci, che fa un’attività encomiabile con i ragazzi disabili, ma non propriamente di tutela ambientale, ed i cacciatori di Larciano". Cacciatori, aggiunge lo stesso in un’aspra critica, che zdecenni non solo depauperano la fauna selvatica dell’area palustre con la loro attività di caccia, ma anche sono il primo e maggiore ostacolo all’ampliamento dell’area protetta".

Secondo il Wwf Toscana l’amministrazione comunale avrebbe potuto agire diversamente, pur riconoscendo l’urgenza di riaprire la struttura al pubblico: "Bastava copiare il bando del Comune di Altopascio (per la gestione del Centro visite di Sibolla" che "ha garantito la partecipazione di associazioni che si occupano davvero della tutela ambientale e della biodiversità – sottolinea Scoccianti –. A Larciano invece si è preferito concedere i locali senza chiedere progetti o garanzie di attività sull’ambiente basate su rigorose conoscenze tecnico-scientifiche e programmi di visite effettuate con personale autorizzato".

Il Centro visite, situato nella frazione di Castelmartini, si ricorda, è nato nel 2013 su progetto

del Centro di ricerca, documentazione e promozione del Padule, che ha poi gestito per 10 anni la struttura, realizzata con 680mila euro di risorse pubbliche, in gran parte della Regione

Toscana grazie a fondi comunitari finalizzati. Nei giorni scorsi a sferrare l’attacco era stata Legambiente che aveva parlato di "Un epilogo indignante".