REDAZIONE EMPOLI

A due anni dalla terribile alluvione: "Sicurezza del territorio non garantita. Il Governo non ci ha dato risorse"

Attacco frontale del sindaco Rossetti contro l’amministrazione centrale sul nodo dei finanziamenti "Il tema del rischio idrogeologico non può più essere rinviato. La Regione da sola non può bastare".

Una delle immagini diventate simbolo dell’evento distruttivo del 2023 (foto archivio Gasperini)

Una delle immagini diventate simbolo dell’evento distruttivo del 2023 (foto archivio Gasperini)

A due anni dall’alluvione che ha colpito duramente Cerreto Guidi, la situazione resta drammaticamente sospesa tra la memoria dei danni subiti e l’assenza di interventi concreti per prevenire nuove tragedie. A denunciarlo è il sindaco Simona Rossetti, che torna a sollevare con forza il tema della messa in sicurezza del territorio, troppo spesso trascurato a suo dire dalle istituzioni centrali. "La messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico non può essere più rinviata", afferma senza mezzi termini il primo cittadino. Il suo è un appello, ma anche una denuncia nei confronti di uno Stato che, secondo la Rossetti, ha lasciato soli i Comuni in prima linea nella gestione delle emergenze.

"Non è ammissibile che dopo due anni dall’alluvione non ci siano risposte dal Governo – dichiara facendo il punto della situazione – se non vengono finanziate le opere, la sicurezza non c’è. Come sindaci siamo sul territorio, si lavora come protezione civile, ci prendiamo carico delle attese dei cittadini, facciamo cose che vanno oltre i compiti degli enti locali e non abbiamo risposte positive".

Il riferimento è soprattutto alle grandi opere, come le casse di espansione, fondamentali per abbattere il rischio idraulico in un’area segnata da fragilità strutturali. Ma senza fondi, spiega Rossetti, è impossibile passare dalla gestione delle emergenze alla prevenzione. "Chi le deve fare le casse di espansione da milioni di euro? Chi le fa le opere per abbattere il rischio idraulico? Si lavora per le somme urgenze e per ripristinare, ma non si danno gli strumenti per fare prevenzione".

Nel vuoto lasciato dal Governo, l’unico interlocutore resta la Regione Toscana, che però, sottolinea il sindaco, non può far fronte a tutte le richieste che arrivano dai territori colpiti. "L’unico nostro interlocutore è la Regione alla quale abbiamo inviato richieste ben precise – insiste la prima cittadina –, ma è evidente che non può soddisfare tutte le centinaia di richieste che arrivano".

La richiesta è chiara: più risorse, più responsabilità condivise, tempi rapidi. E soprattutto una consapevolezza comune che il tempo stringe, anche e soprattutto a livello climatico. "Siamo disponibili a intensificare la progettazione ma le opere sono urgenti. Il tempo meteorologico non aspetta. Ognuno si prenda le responsabilità del compito che è chiamato a svolgere – conclude il sindaco –. Noi ce le prendiamo tutti i giorni". Un messaggio diretto e accorato, che fotografa la distanza, ancora oggi, tra le promesse e i cantieri. E che chiede, con forza, che questa distanza venga finalmente colmata.