Inflazione in Toscana, il prezzo della pasta supera i due euro al chilo

Ma il prezzo del grano pagato agli agricoltori è sceso del 30% in un anno. La denuncia di Coldiretti Toscana

Firenze, 17 aprile 2023 – Frena l'inflazione in Toscana, che a marzo segna il +8,3%, ma i prezzi dei generi alimentari continuano a salire a due cifre, con un incremento pari al +13,6%. Sulle famiglie pesano dunque ancora i rincari, anche sui beni di prima necessità, come la pasta, che, secondo l'osservaprezzi del ministero del made in Italy, nella regione supera anche i 2 euro al chilo. In dettaglio, come evidenzia Coldiretti Toscana, costa 2,17 euro al chilo a Grosseto (+24% in un anno), 2,04 euro al chilo a Firenze (+46%), 2 euro al chilo a Livorno (+24%), 1,94 euro a Lucca (+42%), 1,92 a Arezzo (+36%), 1,83 euro a Siena (+26%) e 1,81 euro a Pistoia (+33%).

Scendono del 30% le quotazioni del grano

Mentre i prezzi al dettaglio della pasta e degli altri generi alimentari aumentano, le quotazioni del grano sono scese a 34-35 centesimi di euro al chilo, circa il 30% in meno di un anno fa. Un'anomalia di mercato sulla quale - sostiene Coldiretti Toscana - occorre indagare anche sulla base della nuova normativa sulle pratiche sleali a tutela delle migliaia di aziende regionali che coltivano grano. I ricavi non coprono infatti i costi sostenuti dalle imprese agricole e mettono a rischio le semine ma anche la sovranità alimentare del Paese. Le superfici agricole coltivate a frumento duro, secondo le prime previsioni del Consorzio agrario del Tirreno, sono in crescita del 2%, in controtendenza rispetto al resto d’Italia dove si stima invece una flessione. Lo scorso anno, in Toscana, i cerealicoltori avevano raccolto poco meno di 1,9 milioni di quintali di frumento duro, quasi un milione tra le sole province di Grosseto e Siena.

“In Italia siamo di fronte a manovre speculative con un deciso aumento delle importazioni di grano duro dal Canada dove il grano - precisa Coldiretti Toscana - viene coltivato secondo standard non consentiti in Europa per uso del glifosate nella fase di preraccolta. Occorre invece - continua l'associazione di categoria - ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali. Il modello da seguire, secondo Coldiretti Toscana, è quello dell’accordo siglato nel 2019 tra Filiera agricola italiana ed il pastificio Fabianelli di Castiglione Fiorentino per la produzione di pasta al 100% toscana che assicura agli agricoltori un prezzo minimo garantito che si trova sempre al di sopra dei costi di produzione. Un accordo che ha rilanciato il settore cerealicolo in provincia di Arezzo. Coldiretti Toscana propone inoltre di riattivare da subito la Commissione unica nazionale per il grano duro, la cui attività, che garantisce la trasparenza sui prezzi con l'obiettivo di mettere a riparo da distorsioni e speculazioni, è stata sospesa a ottobre 2022.