Superbonus, cessioni del credito al palo. Ma le richieste volano: 4 miliardi in Toscana

E in Umbria è di un miliardo il valore degli interventi ammessi a detrazione. Che cosa cambia? Chi può usufruire ancora del 110% e a chi toccherà il 90%

Firenze, 21 gennaio 2023 - Cessioni del credito ancora al palo, ma non frena il ricorso al Superbonus. Secondo gli ultimi dati Enea in Toscana, al 31 dicembre 2022, sfiorano i 3,9 miliardi di euro gli investimenti ammessi a detrazione, contro i 3,5 di settembre scorso e gli 1,2 miliardi al 31 gennaio 2022. In Umbria al 31 dicembre 2022 il valore degli interventi ammessi a detrazione supera il miliardo.

Dal primo gennaio, però, alcune cose sono cambiate. Per chi ha già iniziato i lavori nel 2022 per almeno il 30%, può usufruire – avendo rispettato alcune scadenze - della detrazione del 110 fino al 31 marzo 2023. Altrimenti la detrazione scende al 90% e non è nemmeno per tutti. Il proprietario dell’immobile può usufruirne, infatti, solo se i lavori sono fatti sulla prima casa e se il suo quoziente familiare – che serve per il calcolo del reddito di riferimento – non è superiore a 15mila euro.

Intanto, però, le imprese del settore continuano a soffrire. Come conferma anche Abi, l’Associazione delle banche italiane, le operazioni sulle cessioni del credito sono ancora in stallo.

Secondo recenti stime di Cna Toscana Centro e Cna nazionale, sarebbero 5mila nella nostra regione le imprese a rischio e 2,6 miliardi i crediti incagliati. Con la legge di conversione del decreto Aiuti quater, già pubblicata in Gazzetta Ufficiale, viene confermata la possibilità di fruire dei crediti non utilizzati inviati all’Agenzia delle entrate entro il 31 ottobre 2022 spalmandoli in dieci rate annuali di pari importo, anziché in cinque.

Tre, e non più due, sono le cessioni al sistema bancario, una novità che ha effetto retroattivo e riguarda perciò anche le cessioni già presenti sulla piattaforma dell’Agenzia delle entrate prima della legge di conversione del decreto. Complessivamente, dunque, salgono a cinque le cessioni disponibili.

Le imprese in crisi possono inoltre richiedere finanziamenti o prestiti ponte con la garanzia Sace, ma secondo gli addetti ai lavori sono modifiche che non risolveranno lo stallo, a meno che non ci sia un intervento, anche se temporaneo, di portata straordinaria. "Il Superbonus per l’efficientamento partiva da obiettivi giusti: stimolare la filiera delle costruzioni, rendere più salubri gli immobili, contribuire al risparmio in bolletta e ridurre le emissioni. Completamente errato lo svolgimento, peggio ancora i correttivi. È stato distribuito in modo generoso, forse anche troppo, e soprattutto è stato concentrato in poco tempo; da ciò è nata – commenta Jacopo Ferretti, segretario generale di Confartigianato Firenze – una ‘febbre dell’incentivo’ e, dunque, il rialzo dei prezzi dei materiali e la carenza di manodopera. I reiterati cambi alla normativa hanno fatto il resto".

Le ultime modifiche , che hanno ridotto le detrazioni al 90% e contemporaneamente anche la platea dei beneficiari, prosegue Ferretti, "dovrebbero aiutare il settore, limitando gli interventi da fare e che comunque non si stavano facendo per mancanza di aziende, manodopera e materiali".

La speranza, insomma, è che la situazione nel 2023 possa rientrare alla normalità. "Quel che è certo, ora che ad esempio si parla della direttiva europea sulle ‘case green’ per promuovere la ristrutturazione degli edifici esistenti e la costruzione di nuovi edifici ad alta efficienza energetica, è indispensabile non ripetere gli errori fatti con il Superbonus".

"Visto che sono almeno più di tre milioni gli edifici su cui intervenire, a oggi il Paese – conclude il segretario generale di Confartigianato Imprese Firenze – non è in grado di sostenere i lavori che sarebbero richiesti dalla normativa Ue, per di più moltissime imprese sono in crisi proprio per i crediti fermi del Superbonus".