Riscaldamento, qual è il risparmio tra gas e pellet: il confronto

L'esperto di Altroconsumo fa una panoramica della situazione in un momento particolarmente delicato

Firenze, 12 settembre 2022 – Visti i rincari esponenziali del gas c'è chi ha iniziato a pensare di affiancare al riscaldamento a gas naturale quello a pellet, oppure di sostituirlo del tutto. Ma è davvero conveniente? E quanto consente di risparmiare sulla bolletta rispetto al metano? Lo abbiamo chiesto ad un esperto in materia, Stefano Casiraghi, di Altroconsumo.

Metano o pellet? «Stiamo monitorando la situazione rincari e usciremo a ottobre con i dati definitivi. Quelli di Aiel, l'associazione nazionale energie agroforestali, ci confermano già comunque che il prezzo attuale del pellet è raddoppiato rispetto a due settimane fa. In questi ultimi giorni il rialzo si sta muovendo fino a picchi del 300 per cento, sopratutto sui sacchi che si trovano nella grande distribuzione. Se un sacco da 15 chili costava cinque anni fa attorno a 5 euro, fino a fine agosto già era difficile trovarlo sotto i 10 euro e ora si trovano già con picchi di 14 euro: praticamente il prezzo è triplicato».

Quindi il riscaldamento a pellet non conviene più? «No, a meno che non si riesca a trovare ad un prezzo conveniente da qualche fornitore. Se il prezzo del gas è raddoppiato, lo è infatti anche quello del pellet, che però sta continuando anche in questi ultimi giorni ad aumentare. Il riscaldamento a pellet, inoltre, ha un costo di manutenzione più oneroso dell'impianto a metano. Così, se negli ultimi dieci anni – ma non durante la pandemia, quando il prezzo del pellet era stabile e quello del gas metano era crollato – si poteva risparmiare, tenendo conto anche della manutenzione dell'impianto, dal 10 al 20 per cento rispetto al metano, adesso non più».

Perché il prezzo del pellet aumenta così tanto? «Perché sul gas naturale il governo è intervenuto, arginando gli aumenti attraverso l'attività di regolazione di Arera e con l'abbattimento dell'Iva, scesa al 5%, mentre sul pellet è ancora inspiegabilmente al 22 per cento. Il pellet, inoltre, diversamente dalla legna, ha un sistema di produzione abbastanza energivoro e viene distribuito via camion, quindi tutti gli aumenti dei carburanti incidono. Infine, i paesi che hanno il pellet, come l'Austria, se lo stanno tenendo perché se ci saranno problemi di gas naturale verrà richiesto. Così la forte richiesta e la poca offerta sul mercato italiano porta a far salire i prezzi».

Cosa consiglia alle famiglie: risparmiare il più possibile sul gas? «Anche. Il gas che arriverà dalla Russia pare infatti che sia sufficiente a mantenere stabile la situazione fino a primavera. La soluzione che vedrei più conveniente al momento è però utilizzare il riscaldamento a legna, l'unico che consente ancora di risparmiare dal 10 al 20 per cento rispetto all'impianto a gas naturale e anche al pellet. Una stufa a legna può costare da 800 fino ai 2.500 o anche 3mila dei grandi marchi. Ovviamente il riscaldamento a legna conviene soprattutto se si vive fuori città, in zone dove c'è disponibilità di legna o se si hanno terreni con boschi, e se si ha già una canna fumaria. C'è inoltre da valutare l'impegno in quanto la legna è a carica manuale, con sistemi di pulizia diversi».