Il traguardo della pensione: ecco le opportunità per il 2023 senza commettere errori. La guida

Tre possibilità quest’anno per l’uscita anticipata dal mondo del lavoro: opzione donna, Ape Sociale e quota 103. I pro e i contro di ciascuna scelta

Sportello Inps

Sportello Inps

Firenze, 3 aprile 2023 – Sono tre le novità per andare in pensione anticipata nel 2023: opzione donna, Ape sociale e quota 103. Non sempre, però, è conveniente uscire dal lavoro prima del tempo. A spiegare i pro e i contro è Sandro Renzoni, coordinatore Inca Cgil Toscana.

Ape sociale – "L’Ape sociale non è una pensione, ma un anticipo della pensione, ha carattere assistenziale ed è rivolta a determinate categorie di lavoratori, che possono uscire dal lavoro prima dei 67 anni previsti per il diritto alla pensione di vecchiaia quando sussistono particolari condizioni. E’ rivolta a disoccupati, caregiver e invalidi e a chi fa lavori gravosi. E’ però corrisposta solo per 12 mensilità, e non per 13 come tutte le pensioni, e ha un importo massimo di 1.500 euro lordi. Per questo è molto più facile che venga richiesta dalle donne, la cui pensione è spesso inferiore a questa soglia, oppure dai disoccupati. I lavoratori delle attività gravose solitamente preferiscono uscire con la pensione dei lavoratori precoci con 41 anni o quella per i lavori usuranti". 

Opzione donna – "E’ come se questa possibilità fosse sparita per quest’anno, perché i vincoli sono molto più stringenti di quelli del 2022. Basti pensare che, secondo le stime della Cgil nazionale, sono 870 le potenziali beneficiarie della prestazione in tutta Italia (il governo stima circa 2.900). E’ una prestazione rivolta a donne con 35 anni di contributi, che siano caregiver, o con invalidità civile superiore al 74% o licenziate o dipendenti di aziende in crisi per le quali è aperto un tavolo di confronto. L’età alla quale si può accedere a opzione donna è 60 anni, se non si hanno figli, mentre scende a 59 con un figlio e a 58 con due. Per le dipendenti o le ex dipendenti di aziende in crisi l’età è, indipendentemente dai figli, di 58 anni". 

Quota 103 – "Per uscire dal lavoro con quota 103 bisogna aver compiuto (o compiere entro il 31 dicembre 2023) 62 anni e aver versato 41 anni di contributi. La platea destinataria sono soprattutto uomini (come fu per quota 100), che hanno fatto una buona carriera. Se si ricorre a quota 103 non si può più lavorare (c’è il divieto di cumulo con i redditi da lavoro), per questo molti preferiscono arrivare alla pensione con i requisiti Fornero, dove non c’è questo limite. Inoltre, poiché da dieci anni a questa parte tutti i lavoratori sono nel sistema contributivo, anticipando la pensione il rendimento è inferiore, sia per il montante (in quanto se aspetto un anno, massimo due, continuo nel frattempo a versare i contributi), sia per il coefficiente relativo all’età. La platea di potenziali beneficiari di quota 103 è comunque molto più ampia sia di opzione donna che dell’Ape sociale. La Cgil nazionale stima 11-12mila lavoratori (40mila secondo il governo) che quest’anno potrebbero uscire dal lavoro con quota 103".

“Pensami”, il servizio Inps con tutte le informazioni

Sul sito Inps è disponibile il servizio Pensami (Pensioni a misura), gratuito che fornisce informazioni sulle pensioni alle quali è possibile accedere, sia nelle singole gestioni previdenziali, sia cumulando l’intera contribuzione. «Pensami» è disponibile anche nell’app Inps mobile.

I diversi casi Autonomi e parasubordinati

Per i dipendenti, autonomi e parasubordinati per uscire con la pensione di vecchiaia occorrono 67 anni di età e 20 anni di contributi. Si accede con il sistema misto se in possesso di contribuzione al 31.12.1995 e con il sistema contributivo con contribuzio- ne esclusivamente dal 1.1.1996.

Lavoratori precoci: dodici mesi di contributi prima dei 19 anni di età

Quali sono i requisiti della pensione anticipata per i lavoratori precoci? Occorrono 41 anni con almeno 12 mesi di contributi per lavoro effettivo prima del 19° anno di età. Possono accedere a questo pensionamento disoccupati, invalidi, caregiver, mansioni gravose e usuranti.

I numeri in Toscana: attivi 947mila assegni: 259 ogni 1000 abitanti

Quante sono le pensioni attive in Toscana? Secondo il dato Inps al 1 gennaio 2023, sono 947.254 pensioni, il 6,9% sul totale nazionale e pari a 259 prestazioni ogni mille residenti (contro le 156 ogni mille della Sicilia, che risulta la regione ‘più giovane’ d’Italia, ovvero con meno pensionati).

Il valore L’importo medio è 1.403 euro al mese

In Italia Centrale l’importo medio mensile della pensione di vecchiaia è di 1.403 euro (1.725 gli uomini, 976 le donne). Sul totale delle prestazioni pensionistiche (compresi assegni sociali, invalidità civile, ecc), l’importo medio (uomini e donne) scende a circa 1.028 euro.

Quota 103: assegno dopo 3 mesi dal possesso requisiti

Quando decorre l’assegno per quota 103? La pensione si può ottenere trascorsi tre mesi dalla maturazione dei requisiti e comunque dal 1.4.23. I soli dipendenti pubblici devono attendere sei mesi e almeno il 1 agosto 2023. L’importo massimo mensile non può superare i 2.818,65 euro.

Lavori usuranti, la domanda va fatta entro il 1° maggio 2023

Pensione anticipata 2024 per lavori usuranti: quando fare domanda? i lavoratori che hanno maturato i requisiti devono presentare la domanda di riconoscimento dello svolgimento di lavori particolarmente faticosi e pesanti entro il 1 maggio 2023.

Sempre aggiornati: ecco come chiedere una consulenza

Come si prenota un appuntamento con gli operatori di una delle sedi toscane di Inca Cgil? Chiamare il call center Cgil ai numeri 800-730800 (gratuito da rete fissa) o 199-100730 (da rete mobile, a pagamento) oppure online: https://prenotazioni. regionale.tosc.cgil.it.