Crescono le imprese puntuali nei pagamenti, ma la Toscana è tra le regioni meno virtuose

Secondo un'indagine di Cribis agricoltura e commercio al dettaglio sono i settori dove l'inflazione si fa già sentire: i pagamenti ai fornitori vengono fatti spesso con ritardi di oltre 30 giorni

Fattura elettronica in vigore all'1 gennaio 2019 (foto d'archivio)

Fattura elettronica in vigore all'1 gennaio 2019 (foto d'archivio)

Firenze, 6 agosto 2022 – Meglio di quelle del sud, ma meno virtuose di quelle del nord. In mezzo si collocano le imprese toscane in quanto a puntualità dei pagamenti. Secondo un'indagine di Cribis, società del gruppo Crif, relativa al secondo trimestre 2022, a livello nazionale aumentano le imprese che pagano con puntualità: i ritardi gravi sono sotto il 10 per cento e non accadeva da dieci anni.

La Toscana, però, è tra le regioni meno virtuose: quattro pagamenti su dieci vengono fatti alla scadenza, mentre il 9,2 per cento del totale dei pagamenti, quasi il doppio di quelli del Trentino Alto Adige, vengono fatti con un ritardo di oltre un mese. Dati che comunque sono in linea con la media nazionale, che si attesta sul 40,6 per cento dei pagamenti che vengono fatti alla scadenza e il 9,5 per cento sul totale che invece vengono fatti con ritardi di oltre 30 giorni. In Umbria il 35,6 dei pagamenti viene fatto con puntualità, mentre oltre il 10 per cento è saldato con oltre 30 giorni di ritardo.

Per quanto riguarda i settori, lo Studio di Cribis indica fra i più virtuosi nei pagamenti i servizi finanziari con una percentuale del +59,4 per cento dei pagamenti puntuali a fronte del 6,9 per cento dei ritardi gravi. Bene anche il settore manufatturiero e quello delle costruzioni, entrambi con il 45 per cento dei pagamenti puntuali, mentre agricoltura e commercio al dettaglio sembrano già risentire dell’inflazione, del prezzo delle materie prime, delle tensioni macroeconomiche e contingenti. In questo settore si trova infatti la concentrazione più bassa di pagamenti puntuali (rispettivamente 38 e 30 per cento) e la maggior incidenza di ritardi gravi (11,7 e 14,1 per cento) sul totale.