
Imprenditrice
Firenze, 8 febbraio 2023 - Le imprese rosa nella regione sono meno di una su quattro, pari al 23% delle 350mila le imprese attive in Toscana. In linea il territorio fiorentino, dove si contano 20.300 imprese femminili attive, pari al 22,3% del totale, con netta prevalenza in servizi, commercio e manifatturiero. Nel terzo trimestre 2022 e rispetto allo stesso periodo del 2021, secondo i dati Irpet, gli avviamenti al lavoro in Toscana delle lavoratrici, pur essendo maggiori in valore assoluto di quelli degli uomini (105.515 contro 101.701) sono rimasti stabili (-0,5%), dopo l'incremento di oltre il 14% che ha caratterizzato il 2021 e la flessione del 7,5% dell'anno della pandemia rispetto al 2019. Nel terzo trimestre 2022 il tasso di disoccupazione femminile (5,1%) è superiore a quello degli uomini (4,5%), pur essendo calato in modo deciso, in quanto era al 9,5% nell'ultimo trimestre 2021. A fine 2021 le donne toscane disoccupate risultavano circa 71mila. Se si allarga l'orizzonte al quadro italiano, il nostro Paese risulta maglia nera in Europa per il tasso di occupazione delle donne tra i 25 e i 49 anni in coppia con figli a carico.
"È certamente un bene per tutto il sistema che un capitale umano e professionale come quello femminile sia finalmente messo a frutto e che da escluso come era oggi sia protagonista", è il commento di Costanza Masini, presidente di Donna Impresa Confartigianato per la provincia di Firenze. "Ciò che più mi preoccupa è come la forbice tra una parte dinamica e pienamente inserita e l'altra del tutto esclusa si stia divaricando ancora, per l'impatto della crisi e non solo". "Nel mondo dell'impresa – spiega Masini – siamo riuscite a farci largo, anche in settori tipicamente 'maschili'. Per esempio, il 6,4% delle imprese edili, la cui filiera è trainante per tutta l'economia italiana, è a guida femminile. Il problema è il lavoro dipendente che sta diventando, nei fatti, inconciliabile con la scelta di fare figli e questo ha ripercussioni su tutta la società. In molti territori, come la nostra regione, c'è una rete di welfare che resiste ai colpi della crisi ma non è così ovunque". "Mi preoccupano molto – sottolinea – quelle 651mila giovani donne under 35 che non studiano e non lavorano".
La crisi energetica tra le priorità da affrontare Masini, titolare di un'impresa gasivora, rileva come "le imprese a maggior presenza femminile sono nel settore manifatturiero più esposto all'impatto della crisi energetica". Il comparto conta, infatti, 29.066 imprese femminili registrate (20,9% del totale imprese energivore), di cui 17.284 sono artigiane (25,8% delle imprese artigiane energivore); i settori energivori, inoltre, contano 380mila donne addette. "È chiaro che senza risposte strutturali alla crisi energetica il rischio è di vanificare molti dei progressi fatti", conclude Masini.
Le richieste di Confartigianato Toscana “Servono interventi strutturali per sostenere e valorizzare il lavoro femminile, che contribuisce in modo essenziale alla crescita economica e anche sociale, non interventi occasionali”, afferma la presidente del movimento Donne Impresa di Confartigianato Toscana, Stella Bevilotti. E dunque: favorire la conciliazione tra lavoro e cura della famiglia aumentando i servizi e le reti di welfare, diminuendo la burocrazia, e prevedere incentivi per gli investimenti e l'occupazione.”Per le donne – conclude Bevilotti - il lavoro è libertà e opportunità di realizzazione. Rendersi indipendenti consente a molte donne di sfuggire alle dinamiche discriminatorie e di violenza purtroppo ancora così diffuse nella nostra società”.