Paolo Cognetti: "Laki e io? Siamo inseparabili ma non chiamatelo il 'mio' cane"

Lectio magistralis dello scrittore al Cenacolo dell’Opera di Santa Croce nell'ambito del Premio Gregor von Rezzori – Città di Firenze

Paolo Cognetti

Paolo Cognetti

Firenze, 30 maggio 2022 - "Laki è il mio maestro zen: mi insegna cos’è la felicità, la semplicità, l'essenziale". Parola dello scrittore Paolo Cognetti, l'autore de 'Le otto montagne', il romanzo Premio Strega 2017 che ha ispirato il film di Charlotte Vandermeersch e Felix Van Groeningen, con Luca Marinelli e Alessandro Borghi, vincitore del Premio della Giuria al Festival di Cannes 2022, che si è chiuso lo scorso 28 maggio.

Cognetti ha tenuto l'attesa lectio magistralis 'Laki e io' al Cenacolo dell’Opera di Santa Croce nell'ambito del Premio Gregor von Rezzori – Città di Firenze, ideato e organizzato dalla Fondazione Santa Maddalena presieduta da Beatrice Monti della Corte, promosso dal Centro per il Libro e la Lettura del MiC, patrocinato dalla Regione e sostenuto dal Comune di Firenze, da Fondazione CR Firenze, Unicoop Firenze e Credito Cooperativo del Valdarno Fiorentino.

Cognetti, quale è il rapporto con il suo cane? "Siamo amici, abbiamo scelto di stare insieme. Sinceramente sono un po’ in difficoltà quando mi chiedono 'è il tuo cane?', oppure 'sei tu il suo padrone?', perché non sento affatto che Laki sia mio né voglio essere il padrone di nessuno. Così mi avventuro in risposte del tipo 'lui sta con me, viviamo insieme, ci facciamo compagnia'".

Prima di Laki non aveva avuto altri animali? "No, ho sempre fatto le mie scelte in nome della libertà. E un cane è un impegno per cui ho sempre rifuggito dall'idea di avere impegni e legami. Il primo incontro con Laki è avvenuto, dieci anni fa: ho adottato questo meticcio, che ha dentro un po' di border collie e un po' di setter, per cause di forza maggiore".

Da allora, però, siete inseparabili? "Sì, da anni non vado più a teatro o al cinema perché i cani non possono entrare. Scelgo di fare le cose in base a dove lui può andare. Abbiamo un legame anche fisico perché in una stanza lui si mette sempre dove può vedermi, al bar o al ristorante si accuccia sotto il tavolo".

Anche Laki ama la montagna come lei? "Assolutamente sì. E' quello il luogo della nostra amicizia: senza guinzaglio, senza società. Laki è un essere libero e capace di scegliere, non c'è alcuna gerarchia tra noi. Lui la montagna la capisce meglio, si orienta e si sa muovere meglio di me".

La semplicità della vita di montagna di cui parla nei sui libri è un po' come la vita di Laki? "E' la vita animale. Laki non mente, non finge, non inganna. Lui sa davvero cosa sia il superfluo: mangiare, dormire, stare con le persone a cui vuole bene, saltare in macchina e andare in montagna. Laki non chiede altro per essere felice".

Il rapporto con Laki è anche il punto di partenza per il suo rapporto con gli altri animali e la Terra... "Sì. La cultura millenaria, che si ritrova anche nella Bibbia, parla di uomo come padrone della Terra e degli animali che la vivono. Io preferisco l'idea per cui l'uomo è uno degli abitanti della Terra che deve vivere in pace con gli altri abitanti e con la stessa terra. Il rispetto reciproco, il rapporto con l'ambiente, la cultura di pace sono tutti temi collegati. Se ci fossero più cultura ecologista e ambientalista ci sarebbero meno guerre".