GIANLUCA BARNI
Cultura e spettacoli

Teatro Electra Pistoia, cambia il Consiglio ma resta voce degli ultimi

Il presidente è Sandro Castagnoli, il regista Giuseppe Tesi

Martina Novelli, uno dei consiglieri di Teatro Electra

Pistoia, 2 agosto 2021 - Cambiare per continuare nella propria missione, nel proprio credo. Un nuovo Consiglio per proseguire a dare voce a chi voce non ha. L’assemblea dei soci dell’associazione culturale Teatro Electra di Pistoia, tenutasi nei locali de La Corte degli Olivi, ha nominato presidente il dottor Sandro Castagnoli, consiglieri l’avvocato Stefania Boccaccini e la dottoressa Martina Novelli, confermando regista Giuseppe Tesi. Scopo rinnovato, appunto: dare voce a chi voce non ha, come nel progetto teatrale svoltosi nella casa circondariale Santa Caterina in Brana, a Pistoia. L’ormai popolare cortometraggio “Stabat Mater”, tratto dalla raccolta “Madri” di Grazia Frisina, ha avuto fra i suoi interpreti dodici detenuti della struttura carceraria pistoiese, affiancati dai talentuosi attori professionisti Melania Giglio e Giuseppe Sartori.

“Realizzare un cortometraggio all’interno di un carcere ha rappresentato un’esperienza affascinante e permesso di entrare a diretto contatto con una realtà spesso trascurata o dimenticata – sottolinea Giuseppe Tesi –. Attraverso il linguaggio poetico della letteratura teatrale, questo progetto ha aperto nuovi orizzonti all’interno e fuori dalle mura della struttura detentiva. Teatro Electra, con il presidente Sandro Castagnoli, Stefania Boccaccini, Martina Novelli e me medesimo è impegnato, infatti, nella divulgazione del corto, già approdato a Palazzo Giustiniani (presidenza del Senato) a Roma, dove si è tenuta una proiezione alla presenza, tra gli altri, della senatrice Paola Binetti e di Monsignor Dario Edoardo Viganò, e a Ventotene nella cornice del “Ventotene Film Festival”, riscuotendo in entrambi i casi un ottimo successo di critica e pubblico. Altri approdi si stagliano all’orizzonte, altre occasioni per sensibilizzare una platea sempre più vasta e offrire un palcoscenico ampio non solo a un’opera, ma a un lavoro volutamente corale nel quale le molteplici voci che si assommano e si fondono possano esprimersi ed emozionare”.