
Da sinistra Riccardo Onori, Irama, Jovanotti, Veronica Lucchesi
Sanremo (Imperia), 6 febbraio 2022 - Pochi ma buoni, quest'anno vince la qualità. La Toscana al Festival di Sanremo ha conosciuto anche edizioni numericamente molto più importanti: delegazioni folte, parecchi vincitori, per non parlare di conduttori come Carlo Conti e Giorgio Panariello o di superospiti, su tutti Roberto Benigni. Sanremo 2022 invece ha visto poca Toscana in gara e sul palco, ma quella che c'è stata ha raccolto ottimi risultati, sopratttutto nell'impatto social e popolare.
Jovanotti e Riccardo Onori
Per cominciare dalla musica: la rincorsa al podio di Gianni Morandi è stata strepitosa e il merito è tutto dell'Eterno Ragazzo di Monghidoro, però non ci si deve dimenticare che dietro a una canzone di successo (e questa "Apri tutte le porte" la sentiremo in radio e non poco) ci sono delle firme. In questo caso difficili di dimenticare, visto che il testo è di un toscano celebre di Cortona, Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti, che nel giorno delle cover ha duettato con Morandi raccogliendo un successo davvero strepitoso con la platea dell'Ariston in delirio (ma che le avevano dato quest'anno? Altro che morti viventi, era tutto un ballare e regalare standing ovation...) e anche con la vittoria finale nella serata. Jova che ha firmato anche la musica insieme al musicista di Riccardo Onori, altro toscano stavolta di Prato, suo storico chitarrista.
"L'ho scritta usando un cellulare, nella stanza con la giungla alle pareti, che è dove scrivo le canzoni quando sono da solo - spiega Jovanotti - e quindi non si va in studio. Era più o meno aprile di un anno fa, ma quando è nato il pezzo era una specie di sgorbio punk. Dal testo si capisce immediatamente che sto parlando di una situazione in cui ci si sente costretti, chiusi, in balia delle abitudini quando le abitudini stanno per trasformarsi in gabbie, che per quanto dorate sono sempre gabbie. Quelle gabbie che si fa fatica a rompere perché alla fine lì dentro abbiamo tutto quello che ci serve, tranne l'energia, però. Poi quindi arriva il pre-ritornello e seguendo una progressione tipica del soul e del beat si apre un varco", scrive Jovanotti. "Quando il pezzo era solo un provinaccio in un cellulare - prosegue - le strofe e i ritornelli stavano sullo stesso giro di accordi, ma sentivo che poteva migliorare. Così ho cercato Riccardo Onori, che è un musicista coi fiocchi che nel tempo ha sviluppato molto bene l'arte del 'songwriting'". E confessa: "Avevamo un bel pezzo per me, non pensavo ancora a Morandi ma in realtà lo pensavo come un pezzo mio alla Morandi, diciamo così". Poi a settembre "mi sono sentito con Morandi per salutarci e abbiamo parlato di Sanremo". E Morandi gli ha confessato: "'Mi piacerebbe avere una canzone da proporre ad Amadeus, non un pezzo strappalacrime però, vorrei portare una luce, un pezzo da bar sul lungomare, una cosa che continui un po' il discorso iniziato con 'l'allegria', perché quella canzone ha aperto qualcosa in me che vorrei tenere aperto".
E Onori, intervistato da La Nazione, pochi giorni fa aveva commentato: "Ci siamo divertiti molto a scrivere questo pezzo. E’ stata una bellissima esperienza. Gianni l’ho conosciuto anni fa durante una data del Jova beach. Mi aveva subito colpito la sua umiltà". Onori peraltro al Festival c'è stato anche fisicamente, in passato: nel 1997 con i Dirotta su Cuba e nel 2008 con Jovanotti superospite.
Irama
La bella "Ovunque sarai" di Irama è arrivata quarta, ma il cantante - già vincitore di Amici nel 2018 - è stato protagonista anche nella serata dei duetti. Insieme a lui c'era Gianluca Grignani, preso di mira dal bullismo di internet. E Irama, del quale si era detto che avesse litigato con Grignani poco prima di salire sul palco, prima ha smentito la discussione e poi ha difeso il compagno di esibizione parlando di "troppo odio". Alla fine è stato un bel festival per Irama, al secolo Filippo Maria Fanti, per il quale una parte di Toscana ha fatto come sempre il tifo: Irama infatti è cresciuto a Monza ma è nato a Carrara e la sua famiglia è tutta lunigianese, per la precisione di Pontremoli e Licciana Nardi.
La Rappresentante di Lista
"Ciao ciao" e gli outfit de La Rappresentante di Lista avevano cominciato bene anche sul fronte della classifica: sembrava che ci fossero perfino possibilità di podio. Invece il pezzo della band siculo-toscana - la voce è di Veronica Lucchesi, cresciuta a Viareggio come la sorella minore Erika, chitarrista - alla fine è arrivato settimo posto e il pubblico è parso un po' arrabbiato per una posizione evidentemente ritenuta troppo bassa. In effetti il pezzo è piaciuto sia all'Ariston che alla critica ma c'è da scommettere che se il podio del Festival è sfumato, quello delle radio invece sarà garantito.
Drusilla Foer
Se c'è stato un vincitore al di là delle classifiche, un vincitore dello show e non della gara canora, il suo nome è Drusilla Foer. Alle critiche omofobe pre-Festival ha risposto con garbo e intelligenza, sul palco è arrivata come la co-conduttrice più spigliata che sia vista in questa edizione, ha cantato, divertito, fatto riflettere e conquistato un consenso enorme anche al di fuori di quella Toscana che la conosce già da tanti anni e che la segue con affetto soprattutto nei suoi tour teatrali. E se di Drusilla sappiamo tutto, poco invece si riesce a carpire dal suo alter ego, Gianluca Gori, fotografo e apprezzato pittore che ha fatto qualcosa di più di inventare un personaggio: gli ha dato vita propria. E adesso per Drusilla c'è da aspettarsi una visibilità maggiore sulle reti nazionali, qualcosa arriverà di certo.