GUALTIERO STRATA
Cultura e spettacoli

Mattioli incanta alla Versiliana. “L’opera sfonda ogni barriera sociale”

Il giornalista ospite del Caffè per parlare de “Il loggionista impenitente“: “Il teatro sia contemporaneo”

Il giornalista e critico Alberto Mattioli ospite al Caffè della Versiliana per parlare de “Il loggionista impenitente“ (foto Umicini)

Il giornalista e critico Alberto Mattioli ospite al Caffè della Versiliana per parlare de “Il loggionista impenitente“ (foto Umicini)

Marina di Pietrasanta (Lucca), 24 luglio 2025 – Quando racconta in pubblico le sue serate nei teatri di mezzo mondo diventa, come si dice, un vero fiume in piena. Alberto Mattioli, giornalista (collaboratore di Qn), critico e autore de “Il loggionista impenitente. Duemila sere all’opera“ al Caffè della Versiliana intervistato da Mattia Marino Merlo, ha suscitato curiosità e interesse. Da quasi cinquant’anni, (“ne avevo 12 o 13 la prima volta che mi portarono al teatro di Modena”) Mattioli ha una passione infinita per l’opera lirica, per lui un mondo, come si legge nel libro, vivissimo, aggiornato continuamente, sempre più attuale.

“In Italia l’opera sfonda ogni barriera sociale ed è lì la sua vera forza e attualità – ha detto l’autore – e lasciate che ve lo dica uno che ha passato molte serate della sua vita nei teatri, per più di duemila recite. Per me il teatro deve essere contemporaneo. Lo è per definizione, già da quando nacque 2.500 anni fa. Deve fare discutere comunque, e lì si devono poter leggere le stesse cose, ma in modo diverso dal passato”.

Riguardo alle discussioni anche molto forti sulle opere, come spesso avviene, e vista la vicinanza ai luoghi pucciniani, Mattioli si è soffermato sulla Madama Butterfly: “Detta d’un fiato si può affermare che questa opera è un vero caso di turismo sessuale, se si interpreta e si legge con il sentimento dell’oggi”. L’autore ha raccontato di “quella volta a New York quando vidi una Turandot di produzione Zeffirelli e notai sul programma del teatro un avviso che diceva che l’opera rigurgita di stereotipi razzisti verso i cinesi”.

Tornando a “Il loggionista impenitente“, si trovano parti distinte e divise. Dalla prima che guarda ai personaggi alla seconda sulle consuete e, talvolta, feroci polemiche. La terza si rivolge alle mode, con un appunto al fenomeno delle opere contemporanee, mentre nella quarta parte si legge delle recensioni. Mattioli, anche librettista e drammaturgo, non si considera un critico, ma resta un loggionista impenitente, ovvero colui che va a teatro per piacere.

“Oggi con la diffusione sempre più forte dei sistemi di comunicazione di massa è molto più facile arrivare a una vasta platea di giovani e di meno giovani per farli coinvolgere nelle bellezze dell’opera. A cominciare dalle scuole, dove si può sempre fare di meglio e di più”.