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L'appello di Mary Vettori Fabbri: "Non disperdiamo la memoria di Alfredo"

La moglie, nel decennale della scomparsa, invita pubblico e privati a ricordare il famoso pittore. Un appello anche per il murale dell'Asl, che rischia di essere demolito

Mary Vettori Fabbri in un bello scatto del fotografo Riccardo Boccardi

Pistoia, 3 marzo 2020 - Una storia bella (che non può finire e non finirà). Era avanti anche quando, volontariamente, stava un passo indietro al marito. Mary Vettori Fabbri, moglie di Alfredo Fabbri, uno dei pittori moderni più estrosi, era una specie di Armand-Jean du Plessis, meglio conosciuto come il cardinale Richelieu. Era, è. Perché ancora oggi che Alfredo non c’è più – e lo scorso 3 febbraio sono stati 10 anni dalla sua scomparsa – continua a curarne la figura, persino sui social, grazie al fotografo Riccardo Boccardi, che ringraziamo delle immagini ricevute. Proprio lei, tramite il nostro giornale, rivolge un appello a pubblico e privati affinché “non si disperda la memoria di un artista: Alfredo, appunto”.

Per festeggiare come si deve una data così importante (“Perché Alfredo era Pistoia”), chiede che venga promossa un’iniziativa e non importa se nella città o in provincia, magari a Quarrata visto che la casa al Barba è ancora il suo “buen retiro” primaverile/estivo. “L’importante è che si faccia qualcosa per ricordarlo – sostiene – perché è bello rammentare chi ha dato lustro a una città, a una provincia, a qualcosa che ha sempre sentito suo, nonostante i natali maremmani”. Per questo chiama a raccolta “tutti coloro che, armati di buona volontà, avranno tempo e modo di organizzare un evento”. Invitando pure i figli a muoversi, considerato che il famoso padre è un bene di tutti sì, ma specialmente loro.

“Una fondazione? – si domanda e le scappa da sorridere, amaramente –. Visto quello che sta succedendo alla ‘Marino Marini’, per cui mi sono mossa anch’io, direi che sarebbe bella, ma forse non è tempo di fondazioni. Piuttosto un modo di onorare un personaggio, perché Alfredo era un personaggio. No, io no – si sottrae al paragone – me ne stavo in disparte, lasciando sempre a lui la scena”. Chi la ricorda bene, però, sa che era consigliera preziosissima dell’artista e soprattutto che, senza darlo a vedere, curava le pubbliche relazioni in maniera impeccabile. Anche per le interviste: c’era e non c’era, la sua presenza era sempre discreta, non ingombrante.

Ma pesava. L’amore per l’uomo, prima che per l’artista, facevano sì che scattasse in lei una voglia di protezione, dolce e severa. Passando sopra a tutto. Ché il resto sono briciole di vita. In fondo, una chicca. Un altro appello, stavolta all’Azienda Usl Toscana Centro, affinché venga salvata una pittura murale di Fabbri posta all’interno del Centro Analisi punto prelievo di Via del Ceppo, che collega Piazza San Lorenzo a Piazza Papa Giovanni XXIII. “So che vogliono abbattere il Centro – afferma –: mi auguro che si trovi un modo di salvare l’opera di Alfredo”. Una speranza comune.

Gianluca Barni