Emma Nolde arriva all'H2NO di Pistoia

Un viaggio dentro tra pensieri (tanti), sogni e realtà. «Aspettando quel disco...»

Emma Nolde

Emma Nolde

Pistoia, 31 marzo 2023 – Emma Nolde arriva sul palco dell'H2NO. La giovane cantautrice polistrumentista toscana è in tour con il nuovo disco "Dormi" e porterà le sue originali sonorità domani sera, sabato 1 aprile, al circolo Acsi di Pistoia. Dopo una lunghissima estate di concerti continua così l’incessante attività live di Emma che torna nei club della penisola con il tour di Dormi.

Il nuovo disco di Emma Nolde, classe 2000, è realizzato con il sostegno di Italia Music Lab e arriva a due anni di distanza dal suo disco d'esordio, “Toccaterra”, acclamato dalla critica e finalista al premio Tenco. È stato anticipato dai singoli “Respiro” e “La stessa parte della luna”, entrambi co-prodotti da Francesco Motta che ha lavorato con Emma alla produzione di tutto il disco pubblicato a settembre 2022 per Woodworm/Capitol Records Italy. Emma ha già all'attivo collaborazioni con gli Zen Circus e Generic Animal. Abbiamo fatto due chiacchiere con lei partendo dai live, passando per i sogni e arrivando all'amore. Un veloce viaggio tra i tanti pensieri della cantante toscana.

Emma quanto è importante all’interno del tuo progetto il live, specialmente quello nei club?
«È da sempre la dimensione che preferisco, che dà più soddisfazione sia a me che ai musicisti con i quali suono. Quando le persone scelgono di venirti a sentire, vengono apposta per te, è molto bello. È una dimensione nella quale ci riconosciamo, siamo tutti lì per un motivo, siamo uniti da quel motivo. Aggregazione e appartenenza in un'atmosfera che unisce. Il club unisce nelle diversità: in quel momento siamo tutti nello stesso posto, nello stesso tempo e tutti gli animi si fondono. E questo arriva molto a noi che suoniamo».
Qual è il percorso che ti ha portato alla pubblicazione dell’ultimo disco?
«Era uscito “Toccaterra” in un momento particolare, settembre 2021, e avevo aspettato molto per la sua uscita. Già prima della sua uscita avevo iniziato a scrivere le canzoni per il secondo. Eravamo in una situazione particolare, il protrarsi dei tempi per la prima uscita ha fatto sì che nel frattempo fossi già a lavoro per nuove cose. Francesco Motta ascoltò delle mie demo, lo entusiasmarono e mi chiese di lavorare insieme ai pezzi. Nel frattempo ne avevo già portati avanti altri e la scelta di Francesco fu quella di mantenere più possibile coerenti le mie demo. Voleva mantenere quello che avevo sentito di inserire negli arrangiamenti». 
Quindi è uscito un disco personale…
«Inizialmente mi faceva quasi paura, tutto era partito dai miei provini. Alla fine si è rivelata la scelta migliore: lasciare le cose come sono venute d'istinto, dall’inizio. È stato, quello fatto da sola e con Motta, un percorso di crescita sia musicale che personale».
Stai coltivando qualche progetto per un futuro più prossimo e per giorni più lontani?
«Il mio sogno più prossimo è quello di fare un disco che si chiami… no niente, questo non posso dirtelo (peccato, ndr). Diciamo che sogno di fare un disco che io percepisca come Emma Nolde, una scelta di suono più precisa. Adesso sono più grande rispetto a quando ho scritto i due precedenti e sento di avere la necessità, ancora di più, di avere un mio suono. Un suono che conduca a me. Sogno un disco che sia al cento per cento me, non solo a livello testuale ma ad organicità di suono. Sogno di diventare più brava come musicista, di migliorare l’aspetto live, crescere nel mio aspetto musicale e nel mio modo di esprimere la verità. Questo è il mio sogno più grande. È non lo faccio solo per me, ma per gli altri. Magari a chi dedico una canzone, che può essere mia sorella, un mio amico, la persona che amo, e per tutte le persone che possono riconoscersi nelle mie parole. Migliorare me stessa, per gli altri. Perché non si fa musica per se stessi e basta».
Ascoltando le tue canzoni ero curioso di farti delle domande utilizzando le tue parole, quindi ti chiedo, cos’è quella cosa che riesce a non far pensare Emma Nolde?
«Hai centrato l’obiettivo principale dei concerti che faccio. Sono una persona che pensa veramente tanto, l'unico momento nel quale riesco a non pensare a niente è quando suono, specialmente live. Ai miei concerti dico: “Se c’è qualcuno che di solito pensa troppo come me, il mio regalo più grande sarebbe quello che durante questa ora e mezza, anche fosse per un minuto solo, tu riuscissi a non pensare”. Se riuscissi a trasmettere questa cosa sarei felice. Cercare di godersi il presente, cosa che anch’io faccio pochissimo. Certo le canzoni che scrivo spero che facciano pensare, però il momento del concerto è altra cosa, spero che il pensare diventi più corto, istintivo. Più un momento per perdersi che per pensare. Quando ti perdi riesci a sciogliere dei nodi».
Hai mai davvero paura, ma vorresti sempre vedere come va a finire?
«Ho spesso paura, ma voglio sempre vedere come va a finire. Per me ha senso parlare di paura quando dall’altra parte ci può essere un atto di coraggio e non di stupidità. Esempio banale: andare senza casco per fare una bravata tra amici è da stupidi, non da coraggiosi. Dire no, non significa non avere coraggio. Vivo tanti momenti dove la paura è il contrario di coraggio, e di solito cerco sempre di andare oltre a quella paura. È una cosa che a volte mi ha richiesto anche anni. Ma quando non vado in fondo alle cose mi mangio le mani, così anche se ci vuole tanto tempo ci ritorno, perché voglio vedere come va a finire».
Nelle parole delle tue canzoni sembra ci sia una celebrazione di un amore desiderato, atteso, ma che allo stesso tempo sia tormentato e difficile. Che la voglia di prendersi cura si scontri con quella di scappare e allontanarsi. È puramente il sogno, l’immagine di un amore, o è la vita vera di Emma Nolde?
«È la vita reale di Emma Nolde (sorride, ndr). È una cosa con la quale ho iniziato ad avere a che fare da tre anni fa. In due modi diversi. Inizialmente la lontananza aveva una causa, la pandemia. Poi ne è entrata un’altra che è la lontananza prettamente fisica di stare in due parti diverse del mondo. Perché c’è chi sceglie di seguire le proprie ambizioni, e questo è giusto e normale, ma queste possono portarti lontano. Io invece sono rimasta geograficamente dov'ero. È quindi a volte questa lontananza arriva di più e ti fa pensare di più. Ma la differenza tra chi rimane e chi va è anche che chi rimane ha dentro di sé meno di quella rabbia positiva di dimostrare qualcosa. È quindi il mio modo di pensare è un po’ meno in tensione rispetto a chi va via e deve iniziare da capo. È questo crea una inevitabile distanza tra chi rimane e chi parte, sia per gli amori che per gli affetti. La distanza mentale è quella più difficile da sopperire».
Domani sera l'apertura dei cancelli dell’H2NO per il concerto di Emma Nolde è prevista per le 22 e 30. I Biglietti sono acquistabili sul circuito di TicketOne e sarà possibile comunque farlo anche la sera stessa del live presso il circolo.