
L'imputata con accusa e difesa (foto Riccardi / Agr Srl)
Roma, 27 febbraio 2020 - Innocente? No, colpevole. Due verdetti diversi per una sola imputata. Una persona di rango come Caterina de'Medici, la 'fiorentina" come veniva chiamata nella corte francese o anche la "regina nera". Tutto si è svolto al Teatro Eliseo di Roma per l'iniziativa La Storia a Processo! a cura di Elisa Greco. Iniziamo proprio dai verdetti. La giuria dei social network, collegata con il teatro romano, ha condannato Caterina per la strage degli Ugonotti. La Regina consorte di Francia è stata ritenuta responsabile (67 contro 33%) di avere ordinato nella notte San Bartolomeo del 1572 l’uccisione di migliaia di protestanti. Decisamente favorevole (70 contro 30%) alla sua innocenza, invece, il pubblico dell’Eliseo. Tutti i protagonisti di questo particolare processo fanno parte del mondo della politica, del foro e della cultura. A partire dall'imputata impersonata da Alessandra Necci, scrittrice e biografa, autrice del recente libro “Caterina de’ Medici, un’italiana alla conquista della Francia”: “La leggenda nera è stata costruita durante il mio regno e dopo perché ero donna e italiana”, si è difesa Necci/Caterina, sottolineando che la sua “unica colpa è quella di avere fallito”, ma “non di avere comandato la strage”. “Siccome la storia la scrivono i vincitori, io non ho vinto, vinceranno altri dopo di me”
L’accusa era quella di avere obbedito alla ragion di Stato e di avere calpestato l’etica nell’uso del potere a lei attribuito ordinando la strage del 24 agosto 1572 a Parigi. “Quale è la vera Caterina: un mostro sanguinario o una regina di pace?” E’ stata vittima di congiure di Palazzo che hanno voluto assegnare a lei la strage o l’istigatrice di un efferato massacro?" ha chiesto la Vice-Presidente Luiss ed ex ministro della Giustizia Paola Severino nei panni della presidente di Corte che ha raccomandato alla giuria di tenere ben presente la differenza tra “sospetti” e prove di colpevolezza. Per la Pm Antonia Giammaria “Caterina non era solo una Regina nera perché vestiva a lutto dopo la morte del marito re, ma anche perché aveva una coscienza nera”. Ma per l’avvocato della Difesa, Antonio Catricalà, “Caterina è stata l’unica vera vittima di questa storia, una vittima designata, una donna non nobile arrivata in Francia, che ha insegnato ai francesi l’uso della forchetta, del tovagliolo e perfino della biancheria intima e che qualche nefandezza l’avrà fatta ma erano forme per giungere al bene della collettività".
“Consapevole o inconsapevole lei ha armato le mani che ha portato a 30.000 morti”, ha accusato il testimone dell’accusa Giancarlo Leone. “Voi uccidereste una persona per salvarne 100? La ragion di stato non è altro che questo”, ha detto invece il testimone della difesa, il machiavellico Tommaso Labate.