
L'incidente in via Giuliani (foto New PressPhoto) e, nel riquadro, la vittima
Firenze, 3 febbraio 2021 - C’è chi aveva già notato quella Hyundai rossa in via Sestese. Temuto per l’andatura disinvolta. Anzi no, già eccessiva, un paio di rossi bucati o evitati d’un soffio. Di fatto quella Hyundai che facendosi strada a colpi ininterrotti di clacson e di manovre ardite ha imboccata via Reginaldo Giuliani, direzione Dalmazia, ieri mattina oltrepassate da poco le 10, era un proietto lanciato ai 100 orari. E passa. Al volante Lorenzo Bartolini, 19 anni, giovane promessa del pugilato.
Quella macchina rossa, quel giovane, hanno ammazzato un uomo, un padre di famiglia: Massimiliano Piani, 49 anni, geometra e allenatore di calcio, sposato, padre di due figlie di 10 e 6 anni. Guidava uno scooter nella direzione opposta, allineato sulla corsia di marcia, andatura normale. Non ha avuto scampo: su di lui la Hyundai si è abbattuta come una bomba. Testimoni riferiscono di un rumore cupo, il motore della vettura coreana a tutta potenza "come se l’acceleratore fosse pigiato fisso", dirà uno. La macchina per sorpassare altri mezzi incolonnati invade la corsia opposta, il conducente non prova o non riesce ‘a rientrare’. Un istante infinito, l’impatto, frontale, di una violenza terrificante con lo scooter di Piani, all’altezza di "Baschera Lampadari", al numero 131 e, sulla fronte stradale opposta di "Mondo Cucina", al 162.
La macchina sperona, sbriciola quasi lo scooter aggancia come se non bastasse lo sventurato geometra, lo trascina, gli passa sopra. Dinamica assurda tuttora al vaglio della Polizia Municipale. Come del resto è assurdo e inspiegabile il comportamento intero del giovane conducente della macchina-bomba; prima, durante e dopo lo scontro, tanto da indurre a pensare, a credere, che Lorenzo Bartolini non fosse – assolutamente – nelle condizioni psicofisiche idonee a mettersi al volante. Da chiarire anche il ‘poi’, subito dopo la tragedia.
Il giovane non si è fermato, salvo l’inevitabile e sembra neppure eccessivo rallentamento provocato dallo scontro brutale. Coppa dell’o lio forse sfasciata, radiatore e avantreno compromessi, una ruota e il pneumatico spaccati: eppure il giovane automobilista ha proseguito, tra lo sgomento dei presenti, la rabbia esplosa quando diverse persone hanno realizzato che il ‘pirata’ tentava di sottrarsi alle sue responsabilità. La polizia municipale è intervenuta in forze, da una parte per i rilievi, cercare i testimoni, individuare le telecamere degli impianti di videosorveglianza, pubbliche e private che serviranno alle indagini. Governare il traffico subito e inevitabilmente caotico in un punto tradizionalmente problematico.
Gli agenti hanno seguito le tracce del fuggitivo, hanno raccolto via via le informazioni che lo davano in fuga, di corsa, sbraitando verso piazza Dalmazia e il mercatino. La polizia ha trovato la famigerata Hyundai rossa, semidistrutta. Sono cominciati gli accertamenti, molto importanti, forse decisivi: qualora – per caso – il giovane non fosse stato preso l’anagrafe automobilistica avrebbe fornito certo informazioni importanti. Infatti: la macchina è risultata intestata a una donna nigeriana di 41 anni, residente pare a San Benedetto Val di Sambro, provincia di Bologna. La macchina sarà studiata attentamente: condizioni, regolarità, polizza assicurativa. Ci sono delle perplessità. Abbandonata la vettura, in pieno delirio (molti testimoni riferiscono di aver visto il ragazzo urlare frasi farneticanti, di cui riferiamo in altra pagina) il giovane ha proseguito la fuga. Fuga: ma era in sé, Lorenzo? Dopo aver seminato sconcerto al mercatino, è andato su, lungo il viale Morgagni, verso Careggi, ha quindi tagliato per via Alderotti, ha raggiunto via Vittorio Emanuele dove si è consumato l’ultimo atto. La polizia muncipale l’ha raggiunto, quelli i moto l’hanno impacchettato non senza fatica, non andando tanto per il sottile, per la loro e anche per la sua sicurezza. L’hanno portato al comando, poi a Careggi per i test medico-sanitari. Cronaca di una tragedia assurda.