Turista morto nella basilica di Santa Croce, processo per omicidio colposo

L'uomo morì nel 2017 colpito da una pietra caduta da un'altezza di 30 metri. Depongono i periti. Prossima udienza il 13 ottobre

I soccorsi in Santa Croce e nel riquadro la vittima

I soccorsi in Santa Croce e nel riquadro la vittima

Firenze, 9 giugno 2022 - Colpito da un grosso pezzo di pietra staccatosi da un'altezza di trenta metri nella basilica di Santa Croce a Firenze. Era morto così, in uno dei luoghi più famosi del mondo, Daniel Testor Schnell, turista spagnolo di 52 anni, il 19 ottobre 2017  mentre era in visita alla chiesa insieme alla moglie. Era deceduto sul colpo, tra gli sguardi spaventati e attoniti dei numerosi visitatori.

Sull'episodio la procura di Firenze aveva subito aperto un fascicolo per omicidio colposo. Il crollo del peduccio, nella basilica di Santa Croce, che colpì e uccise il turista  ha segnato «una pietra miliare nell' attenzione rivolta alla manutenzione degli edifici monumentali a Firenze». Così l'ingegnere Giacomo Tempesta e il geologo Carlo Alberto Garzoni, periti del tribunale di Firenze, al processo dove sono imputati l'attuale presidente Irene Sanesi, il suo predecessore Stefania Fuscagni, il segretario generale Giuseppe De Micheli e il tecnico responsabile Marco Pancani.

Nel corso dell'udienza è stato ascoltato anche il consulente della difesa, il professore ingegnere Sandro Chiostrini che ha puntato l'attenzione sulle verifiche del peduccio e della capriata. «Se anche il controllo fosse avvenuto con il cestello elevatore - ha spiegato - non si sarebbe rilevata la deformazione della volta, che era presente prima del restauro avvenuto tra il 2005 e il 2006». «La volta era deformata prima del restauro» ha confermato anche Tempesta. Il 52enne, che viveva a Barcellona, è stato ferito a morte da un 'peduccio', una struttura in pietra simile a un arco, che serve per aumentare la base di appoggio delle strutture lignee che compongono il soffitto a capriate della basilica. Il pezzo di pietra si è staccato dal transetto di destra della chiesa, e il grosso frammento è caduto proprio fra il capo e il collo del 52enne.

Nel corso dell'udienza è emerso che le deformazioni del legno risalgono a circa 600 anni fa: sarebbero avvenute cinquanta anni dopo la posa dell'opera, risalente al 1258. Per questo, le storture non si sarebbero potute rilevare nemmeno da vicino con l'ausilio di un carrello elevatore. Prossima udienza, il 13 ottobre.

Maurizio Costanzo