MONICA PIERACCINI
Cronaca

Rimborsi Irpef e controlli. Dichiarazioni al setaccio: ecco chi rischia di più

In caso di difformità evidenti rispetto al precompilato è facile finire sotto esame. Se il contribuente è a credito di cifre elevate scattano accertamenti capillari

Dichiarazioni al setaccio

Firenze, 7 luglio 2025 - E’ tempo di 730 e per milioni di contribuenti italiani si avvicina il momento dei rimborsi fiscali. Se dalla dichiarazione dei redditi emerge un credito d’imposta, il denaro in più versato tornerà nelle tasche dei cittadini, in busta paga o nel cedolino della pensione.

Ma come funziona esattamente? E soprattutto, quando arrivano i rimborsi? Nel caso in cui il modello 730 venga presentato con un sostituto d’imposta – come un datore di lavoro o l’Inps – il rimborso viene erogato direttamente in busta paga a partire da luglio 2025 per i lavoratori dipendenti, o da agosto-settembre 2025 per i pensionati. Se invece il 730 viene trasmesso senza sostituto d’imposta, ad esempio da chi è disoccupato, il rimborso arriverà dall’Agenzia delle Entrate, tramite bonifico o assegno postale. In questo caso i tempi si allungano sensibilmente: i primi pagamenti sono previsti da novembre 2025 in poi.

"Il rimborso può avvenire in due modalità – spiega Monica Azzini, responsabile dei Caf Cisl della Toscana – a seconda che si abbia o meno un sostituto d’imposta. Nel primo caso, i tempi sono più rapidi; nel secondo, si deve attendere l’accredito da parte dell’Agenzia delle Entrate".

 

A complicare ulteriormente il calendario può intervenire il controllo preventivo, una verifica formale che l’Agenzia può disporre in presenza di anomalie o modifiche significative rispetto al 730 precompilato. "Questo controllo – chiarisce Azzini – scatta se il 730 è presentato con modifiche rispetto al precompilato e queste modifiche incidono sul rimborso o sulle imposte dovute o non sono coerenti o sono a rischio di errore (esempio importi anomali, spese alte), se il 730 è presentato tramite Caf o professionista abilitato, ma senza i controlli obbligatori o se il contribuente ha elevati rimborsi o situazioni particolari".

 

Quando il modello è soggetto a controllo preventivo, l’Agenzia ha sei mesi dalla scadenza per completare la verifica ed erogare il rimborso: ciò significa che, nei casi più complessi, il denaro potrebbe arrivare non prima del 31 marzo 2026. Anche in questi casi, il rimborso non avviene tramite busta paga o pensione, ma con bonifico o assegno. Per sapere se si è stati selezionati per il controllo, si può consultare il proprio cassetto fiscale sul sito dell’Agenzia delle Entrate oppure rivolgersi direttamente al Caf o al proprio commercialista. Il consiglio è di tenere monitorato lo stato della dichiarazione e presentare tempestivamente tutta la documentazione necessaria: prima viene concluso il controllo, prima sarà disposto il pagamento. Un altro aspetto da considerare è che il rimborso viene effettuato soltanto se l’importo è superiore a 12 euro. Al di sotto di questa soglia, non è previsto alcun accredito. Se entro il 31 marzo 2026 il rimborso non è stato ancora erogato, è opportuno rivolgersi ad un Caf di fiducia per approfondire la situazione.

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